Tutti lo sanno

Quanto mi è piaciuto questo film, davvero tanto! Tutti lo sanno mi ha conquistata sotto ogni aspetto. Nel suo genere, è  praticamente perfetto: regia, cast, ambientazioni, trama, ho apprezzato davvero tutto! E pensare che l’ho visto quasi per caso su una rete minore, attirata dalla coppia protagonista e da un trafiletto che descriveva la storia in breve. E invece ho scoperto un giallo che, oltre ad essere nelle mie corde, è davvero meraviglioso!

Tutti lo sanno (Todos lo saben) è un intenso thriller del 2018, scritto e diretto dal regista iraniano Asghar Farhadi. È stato presentato come film d’apertura del  Festival di Cannes  2018, ed è stato candidato a numerosi premi.

Piuttosto che dilungarmi in voli pindarici e ulteriori complimenti, preferisco elencarvi sinteticamente gli elementi che hanno reso questa pellicola così eccezionale, secondo me:

  • Il cast: La coppia protagonista, in particolare, mi ha conquistata. Penelope Cruz e Javier Bardem sono sposati dal 2010 e hanno girato insieme ben nove film, fino ad ora. La loro complicità è palpabile anche sullo schermo, rendendo ancora più efficace la loro recitazione. In ogni caso, sono tra gli attori contemporanei che amo di più. Qui interpretano Laura e Paco, e i loro ruoli sono stati scritti e cucito appositamente addosso a loro. Paco è il marito della sorella di Laura, ma tra lui e Laura c’è stata una appassionata storia d’amore in gioventù e, successivamente, sono restati buoni amici. Tuttavia, qualcosa ci dice che forse l’attrazione tra i due non è del tutto svanita.
  • La trama: Laura torna dall’Argentina, dove si è trasferita, in Spagna, nel paesino e tra i vigneti della sua infanzia, in occasione del matrimonio della sorella minore. Durante i festeggiamenti delle nozze, però, accade un dramma imprevisto che trascina in una profonda crisi tutta la famiglia. Spuntano fuori antiche ruggini e relazioni irrisolte.
  • La sceneggiatura: I dialoghi sono sempre azzeccati e privi di sbavature. Ogni battuta contribuisce all’evoluzione dell’intreccio, ma alcuni spunti sono anche molto poetici o riescono ad essere emotivamente carichi senza risultare eccessivi o melensi.
  • La regia: Le emozioni vengono dipinte con pennellate sicure, attraverso un gioco di luci e ombre, esplicitato dal blackout che coincide con la notte e il momento della tragedia, i volti tesi mostrati solo al lume di candela e poi il ritorno improvviso della luce. Il regista non solo è un Premio Oscar, ma sa trasmettere i contenuti e sostenere la suspense in modo magistrale.

Che dirvi di più? Se vi capita, guardate questo film: ne vale davvero la pena!
Se invece l’avete già visto, fatemi sapere nei commenti qui sotto cosa ne pensate, se vi va.

Un abbraccio, Greta

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