Senso, in onda stasera alle 21.10 su RAI STORIA CANALE 54, è un film diretto da Luchino Visconti nel 1954, tratto dall’omonima novella di Camillo Boito pubblicata nel 1883. È un’opera fondamentale del cinema italiano, rappresentativa della transizione di Visconti dal neorealismo al melodramma storico, mostrato fin dall’inizio del film con l’incontro dei due amanti al Teatro La Fenice di Venezia, dove va in scena Il Trovatore, un melodramma, appunto, di Giuseppe Verdi.
La trama è infatti un perfetto esempio del melodramma nello stile di Visconti: una storia personale che riflette i conflitti morali e sociali dell’Italia dell’Ottocento, raccontata con scrupolosa attenzione agli eventi storici.
Ambientato durante la terza guerra d’indipendenza italiana (1866), il film racconta la tragica e sensuale relazione clandestina tra Livia Serpieri – interpretata da una Alida Valli più bella che mai – una contessa veneziana sposata a un aristocratico, e Franz Mahler (Farley Granger) un affascinante quanto ambiguo ufficiale austriaco, cinico e opportunista. Livia si lascia distruggere dall’amore per Mahler, fino a perdere ogni ritegno. Arriva a tradire la causa patriottica e persino il proprio cugino pur di proteggere l’amato.
Franz però si rivela essere un bugiardo, vile e traditore. Quando Livia lo scopre, il suo amore si trasforma in rabbia cieca. La sua vendetta sarà spietata, tanto quanto grande era il suo amore. La passione autodistruttiva tra i due amanti si svolge sullo sfondo del declino dell’Impero austriaco e della lotta per l’Unità d’Italia.
Senso è uno dei primi film italiani girati in Technicolor, e segna il debutto di Visconti nell’uso del colore, impiegato in modo acceso e sontuoso per amplificare l’intensità emotiva della storia e sottolineare il dramma della guerra e di un amore malata.
Curiosità:
Visconti scelse come assistenti alla regia tre giovani all’inizio della carriera, destinati a lasciare un segno indelebile nel cinema italiano: Francesco Rosi, Giancarlo Zagni e Franco Zeffirelli. Una scelta che dimostra l’intuito e la lungimiranza del grande regista.
