Le Chicche di Greta e Clara: Il giardino segreto (film del 1993)

Frances H. Burnett, commediografa e scrittrice vissuta tra Ottocento e Novecento, è nota soprattutto per i suoi romanzi per ragazzi quali: Il piccolo Lord, La piccola principessa, Il giardino segreto. Sono tra i libri che ho amato – e amo – di più (a parlare è Greta). Li ho letti decine di volte da bambina, e ripresi da adulta. Occupano un posto speciale nella mia libreria: sono ingialliti e consumati dal tempo e dall’usura, ma conservano ancora un sapore prezioso e intramontabile.

Esistono quattro adattamenti cinematografici de Il Giardino segreto. Il terzo film del 1993 – in onda stasera su TV2000 alle 21.10 – è considerato il più riuscito, e anche a me è piaciuto tantissimo L’ho visto al cinema da ragazzina con mia madre appena è uscito. La pellicola è incantata nelle atmosfere, elegante e rispettosa nel modo in cui restituisce il romanzo. Sa tenere sempre uno sguardo attento ai significati simbolici, ma la narrazione è sobria e delicata, grazie anche alla bravura di regista e attori. Diretto da Agnieszka Holland e interpretato dalla giovane Kate Maberly nel ruolo della protagonista – al suo debutto sul grande schermo – il film ha conquistato pubblico e critica.

La storia è ambientata all’inizio del XX secolo. Mary Lennox è una bambina inglese di dieci anni, viziata e scorbutica, cresciuta in India con i ricchi genitori, che l’hanno sempre trascurata. Restata orfana, viene affidata al freddo e distante zio Archibald, che si è chiuso in sé stesso e nel proprio dolore da quando è restato vedovo. Vive nel cupo e isolato Misselthwaite Manor, una grande e antica dimora immersa nella brughiera inglese. Poco alla volta la bambina si apre ed esplora la tenuta, scoprendo un misterioso giardino trascurato e pieno di sterpaglie, e un cugino, Colin, che vive recluso in camera perché convinto di essere gravemente malato. Mentre la piccola Mary riporta in vita il giardino, il suo carattere si ammorbidisce e anche gli abitanti della casa sembrano risvegliarsi. La trasformazione del giardino diventa la trasformazione di tutti: un ritorno alla luce e alla speranza.

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