Questa sera Rai due, alle 21:20, ripropone il film Io sono Tempesta, di cui vi abbiamo parlato qualche tempo fa in un articolo dedicato, che vi lasciamo qui di seguito. Buona visione a tutti!
Io sono tempesta è un film bellissimo, variopinto, scintillante. Finalmente un film che tiene ben desto e incollato allo schermo lo spettatore.
Ma andiamo con ordine.
Io sono tempesta è un film del 2018, per la regia abilissima di Daniele Luchetti.
La Tempesta del titolo si riferisce a Numa Tempesta, il protagonista, interpretato da Marco Giallini che non sbaglia mai un colpo (Tutta colpa di Freud, giusto per citare uno dei suoi film più celebri). Questo ruolo, poi, complesso, misto di umanità, piaggeria e opportunismo, celati dai modi burberi che si fanno all’improvviso teneri per mostrare, dietro la maschera, l’uomo, pare gli sia stato cucito addosso. Numa è un grosso magnate della finanza ma anche, e soprattutto, un gran trafficone come ce ne sono tanti in Italia che, con una buona dose di fortuna e di conoscenza del mercato, riesce a costruirsi un impero. Scopre che, oliando i meccanismi giusti, riesce a ottenere tutto, o quasi. È capace perfino di risultare “senza fissa dimora” (qui il rimando ai senzatetto che andrà ad assistere è perfino troppo ovvio), abitando di volta in volta nei suoi alberghi sfarzosi appena costruiti. Non riesce, però, ad evitare del tutto le ire del fisco ma, invece di scontare la condanna in carcere per evasione, gli viene concesso un anno di servizi sociali: dovrà lavorare in una struttura diurna che accoglie i senzatetto. E qui arriva il secondo significato del titolo, quello più recondito, perché Numa si abbatte come una tempesta sulle vite degli uomini che frequentano il centro stravolgendo prima piano piano il loro modo di pensare e poi, ad amara dimostrazione che tutti o quasi si possono comprare, le loro intere vite.
Più che al realismo, il film di rifà alle favole buffe, a tratti risulta surreale e viene perfino da scomodare un certo signor Fellini, per spiegare il clima che si respira.
I comprimari, poi, sono davvero tutti bravissimi, a partire da Elio Germano che, anche lui, è uno dei nostri artisti preferiti. Qui interpreta un padre single in difficoltà che, però, non ha perso il sorriso e la voglia di credere che le cose, prima o poi, possono cambiare. Che questo poi succeda ad opera dei loschi traffici di Numa che, poco alla volta, riesce a corrompere tutti per garantirsi l’etichetta di empatico e sperare di veder ridotta la sua condanna, ci fa tornare coi piedi per terra, e bastano gli occhi addolorati e vigili del figlio Nicola, (Francesco Gheghi attore bambino bravissimo, peraltro) per ricordarci che, in definitiva, nessuno è migliore dell’altro. Dipende solo da che parte della barricata sei e, spesso, da una buona dose di fortuna.
Un capitolo a parte merita il delizioso personaggio di Angela (Eleonora Danco) l’assistente sociale pasionaria che gestisce il centro. Il suo ruolo è stato molto dibattuto, è considerato il più controverso e forse incoerente. In definitiva, però, non appare così strano che una donna dai forti ideali, ma anche ingenua e, appunto, idealista fino al midollo, possa ancora credere nel principe azzurro, o nel bel tenebroso da redimere. Se ha creduto di poter salvare i suoi ospiti del centro, perché non dovrebbe credere di poter cambiare ed elevare perfino Numa? Che poi la sua delusione sia enorme e la reazione commisurata alla grandezza dell’imbroglio architettato da Tempesta, con la complicità degli ospiti del centro, per portarsi a casa l’ennesimo affare milionario e poco legale, non mi sembra poi così strano, in ultima istanza.
Sembra più strano, o comunque amaro, il finale in cui ci viene mostrata l’umanità al rovescio e che, forse, Numa Tempesta non era davvero peggiore degli altri, era stato solo, per un periodo, più fortunato. Ma il finale è comunque favolistico, aperto. Ci piace pensare che le baby squillo diventeranno davvero psicologhe (un capitolo a parte meriterebbero solo queste tre esillaranti, surreali e bellissime figure scappate dalle pagine di chissà quale mistero buffo, un po’ fate buone, un po’ prostitute smaliziate) giusto per dirne una, e che Nicola, che ha tutta l’intenzione di proseguire gli studi e farsi onore seguendo la retta via, nella vita, ce la farà a restare così. Integerrimo, consapevole e insieme profondamente tenero, come ci mostra col suo voler proteggere il padre a tutti i costi.
Curiosità:
Molti dei bravissimi comprimari che interpretano i senzatetto sono davvero attori presi dalla strada. Ci ricorda niente?
E voi? Avete visto questo film? Cosa ne pensate?
Un abbraccio, Greta