A cena dai suoi di Dana Bate è un sogno che si avvera. Nel 2004 il libro ha un enorme successo in America, ma arriva in Italia solo dieci anni dopo, grazie alla Newton Compton editori, e questo già la dice lunga sulla scarsa considerazione di cui gode, spesso, il genere letterario d’intrattenimento. La leggerezza del romanzo, infatti, non deve confondersi con la superficialità di intenti o di modi. A cena dai suoi – il titolo è chiaramente messo per motivi commerciali da qualcuno che il libro non l’ha letto! – è scritto con grande convinzione di ideali e gusti, ed è scritto proprio bene, il che non guasta. Troppo spesso, infatti, si crea una spaccatura tra ciò che il pubblico ama e ciò che la critica esalta. Verso i libri del cosiddetto genere “al femminile”, purtroppo, troppo spesso si mette in campo un atteggiamento sufficiente. In realtà, alcune scrittrici eccezionali e altrettanto divertenti, ci hanno saputo dimostrare il contrario. In proposito, prendo ad esempio Sophie Kinsella, che ha saputo trasformare la sua leggerezza in genere (il “chik-lit”), la sua capacità in passione, la sua straordinaria intelligenza in intrecci geniali, spassosi, sempre sorprendenti. E a diventare una delle scrittrici più apprezzate e pagate al mondo.
Anche Dana Bate sceglie un genere simile, e lo condisce con le pietanze succulente che ama cucinare. Ed è subito best seller!
La trama è molto carina, nel senso più bello del termine. Hanna Sugarmann è lanciata verso una brillante carriera di ricercatrice accademica grazie alla sua grande tenacia e alla spinta dei genitori, docenti universitari, che vede raramente ma hanno un’enorme influenza su tutta la sua vita, soprattutto lavorativa. Hanna desidera compiacerli, come cerca di adattarsi alle esigenze del fidanzato prima, e dell’uomo che frequenta poi, senza chiedersi davvero cosa le piace fare. O meglio, cercando di ignorarlo. Finché la sua migliore amica le offre una scappatoia per realizzare, almeno in parte, il suo sogno di fare la cuoca: aprire un “ristorante underground”, una sorta di home restaurant segreto, illegale quanto eccezionale. Quasi subito, però, le due ragazze si rendono conto che il misero appartamento di Hanna non può adattarsi al loro scopo. Prendono perciò “in prestito” il lussuoso appartamento del proprietario di casa, che è quasi sempre via perché impegnato nella propaganda politica. Hanna inizia così a fare incetta di materie prime nei mercati rionali con delizia e divertimento del lettore. Le sue cene, sempre a tema e intelligentemente raccontate, saranno un successo, e le daranno modo di conoscere anche un uomo, un giornalista, che sembra perfetto per lei!
Avrà davvero trovato finalmente l’amore?…
Riuscirà Hanna a realizzare il suo sogno di aprire un catering professionale e magari trovare anche l’uomo dei suoi sogni?
Lascio aperte le domande perché desidero che il lettore possa gustare fino in fondo questo romanzo. In tutti i sensi!… Anche perché alla fine del libro trovate alcune delle ricette più golose di Hanna!
Un abbraccio, Greta