Lo ammetto, ero intimorita all’idea di guardare una serie TV ambientata in un ospedale psichiatrico, temevo fosse troppo forte e difficile, invece sono stata sorpresa da Tutto chiede salvezza, la serie targata Netflix, uscita il 14 ottobre scorso, di cui vi andrò a parlare.
Tratta dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, la serie è diretta da Francesco Bruni ed è attualmente ancora in produzione, dobbiamo quindi aspettarci una seconda stagione? Vedremo…
Il personaggio principale è Daniele, interpretato da Federico Cesari (già noto ai più giovani per la serie Skam Italia in cui interpreta Martino), un giovane dalla vita sregolata, che fa uso di cocaina e si diverte a sballarsi con gli amici. Proprio dopo una di queste serate sfrenate, si risveglia legato a un letto di ospedale, con una fasciatura alla mano e la mente annebbiata. Viene poi informato dal neuropsichiatra Mancino che si trova nel reparto psichiatrico di diagnosi e cura, per un trattamento sanitario obbligatorio (TSO), e che resterà lì per una settimana. Il ragazzo è confuso, spaventato e arrabbiato perché non ne capisco il motivo; solo quando la Dottoressa Cimaroli gli dice che la notte precedente aveva aggredito il padre, inizia a ricordare gli avvenimenti che l’hanno portato in quel luogo.
All’inizio, le patologie dei suoi compagni di stanza lo spaventano e lo fanno sentire fuori posto, così cerca di tenere tutti alla larga, ma col passare dei giorni esce dal suo guscio e trova conforto in quelle persone che prima credeva totalmente lontane dal suo mondo, ma che invece scopre essere tra le poche in grado di capirlo davvero.
Gianluca è un ragazzo gay con disturbi bipolari, il padre è un generale che non lo accetta il suo lato femminile, e la madre non lo vuole neanche vedere.
Mario era un maestro elementare, ora è ricoverato per sua volontà. Ha l’animo sensibile e comprensivo, ma nasconde un passato violento.
“Madonnina”, nessuno sa chi sia. Dice frasi incomprensibili e urla per chiedere aiuto alla Madonna. Oltre a questo, è un piromane.
Alessandro, catatonico, tiene gli occhi aperti ma non parla e non si muove da anni, l’unico ruolo che ha è nei sogni di Daniele.
Giorgio, veterano dei TSO, quando perde la calma diventa molto violento, ma è di indole buona.
E poi c’è Nina, nel reparto femminile, una compagna di scuola di Daniele diventata un’attrice molto popolare, che ha provato a togliersi la vita perché non regge più le pressioni legate alla fama e agli obblighi contrattuali. Ha un carattere molto difficile, ma questo non scoraggia Daniele dal provare ad avvicinarla, e alla lunga tra i due sembra nascere un bel legame.
Ma veniamo al nocciolo della questione: cosa penso di questa serie? Trovo che sia un bel tentativo, seppur timido, per avvicinare gli spettatori, specialmente i giovani, al mondo delle malattie mentali, che da sempre sono trattate come un tabù di cui non si può parlare, e che va tenuto nascosto.
Certo, la risoluzione rapida dei problemi di Daniele fa sorridere perché inverosimile, ma nel complesso a me è piaciuto. Onestamente avrei evitato i momenti in stile musical perché fuori contesto, e avrei approfondito maggiormente gli aspetti delle malattie, come il bipolarismo, che risulta troppo semplificato.
Invece ho apprezzato l’evoluzione del rapporto tra i pazienti, che da estranei diventano quasi una famiglia. E anche le parti dedicate alla poesia, riproposte più volte negli episodi, come gli scambi letterali tra Daniele e Mario, e le poesie scritte dal giovane per la madre e per lo stesso Mario.
Un plauso va a Federico Cesari per la sua interpretazione, totalmente opposta rispetto alla serie che l’ha portato al successo (Skam Italia, appunto). Ma ero sicura che si sarebbe fatto strada, e ancora molta ne farà secondo me.
Quindi, stringendo, consiglierei Tutto chiede salvezza? Certo, a tutti (dai sedici anni in su), perché, come dicevo, tratta un argomento di cui si sa troppo poco, a meno che una persona non abbia esperienze dirette.
Quindi non abbiate paura, è una serie che pur parlando di malattie difficili, non è troppo drammatica, e a tratti fa fare un sorriso, e anche una lacrima.
A chi l’ha vista chiedo: come vi è sembrata? Fatemelo sapere nei commenti qui sotto se vi va.
Un forte abbraccio, Clara
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