Stasera in prima TV il film Piccole donne versione 2019

Stasera, su Raiuno alle 21.25, potremo ammirare l’ultima, illustre, versione cinematografica del 2019 (la settima), di Piccole donne, il libro universalmente più famoso di Louisa May Alcott (e uno dei libri universalmente più famosi in genere, sento il dovere di aggiungere!)

Definisco illustre quest’ultima versione perché la ben nota storia delle quattro sorelle March, viene qui intrecciata con molta abilità alla sfondo storico di fine Ottocento e alla biografia della stessa scrittrice, donna indipendente ed emancipata, insolita per l’epoca. 

Per riuscire a dare un nuovo taglio al film, hanno innanzitutto stravolto inizio e fine del racconto che parte direttamente da quando Jo, la protagonista (la bravissima, anche se poco famosa, Saoirse Ronan), vive già a New York, fa la bambinaia e scrive per i giornali pezzi scandalistici o dell’orrore, e di nascosto la biografia sua e delle altre tre sorelle March: Meg – Emma Watson, Beth – Eliza Scalnen ed Amy – Florence Pugh. Tecnicamente, quindi, siamo già nel pieno del seguito di Le piccole donne, e per l’esattezza verso il primo terzo del volume di Le piccole donne crescono. La “piccola” Amy, la più giovane delle quattro sorelle, è ormai cresciuta e si è trasformata in una splendida e affascinante dama che percorre l’Europa con zia March (Meryl Streep!) e che incontra e redarguisce Laurie (Timotèe Chalamet), il vecchio migliore amico – e poi innamorato non ricambiato – di Jo, perché si sta lasciando andare e vive come uno smidollato viziato e pieno di soldi!

Jo, che soffre in silenzio per non essere stata portata lei in Europa dalla zia e per la nuova e insolita freddezza di Laurie (che sta solo cercando di dimenticarla), deve fare anche i conti con una nuova realtà scomoda: Friedrich Bhaer (Louis Garrel), un professore tedesco con cui sta intessendo una profonda amicizia, e forse qualcosa di più, la redarguisce perché per lui “si sta buttando via” con gli articoli sensazionalistici che scrive. Jo sa di scriverli per aiutare economicamente la famiglia, e ne va fiera, ma le critiche dell’amico, in un raro momento di debolezza, la feriscono. Finché non ritrova la grande forza della “solita Jo” che riafferra il suo sogno di diventare una scrittrice seria e si dedica al romanzo della sua autobiografia.

Da qui in poi, con tutta una serie di flashback, torniamo indietro e riviviamo le varie parti de Le piccole donne, in ordine più o meno cronologico, sempre filtrate dallo sguardo di Jo, donna moderna e disincantata, per quanto nostalgica. Perciò, disincantato risulta anche il racconto, e quando il finale vira verso la reale biografia della Alcott, invece che illustrare il lieto fine della fiaba, non ci stupiamo troppo. Anche se, ammettiamolo, un po’ di amarezza ci resta!…

Il fatto che la regista, Greta Gerwig, sia riuscito a “modernizzare la storia mantenendo l’effetto originale”, come afferma in sunto la critica, lo trovo perciò un po’ eccessivo. Come a dire: “Volere la botte piena e la moglie ubriaca”. Che questo film sia piaciuto più di tutti alla critica moderna, perché appunto più moderno, storico, letterario, e molto meno romantico, lo posso capire. Che la critica, in buona fede, non veda comunque la differenza con i precedenti film per la magia di quel romanticismo, per l’appunto del tutto voluto dalla scrittrice in primis, che pervade le altre pellicole, soprattutto quella del 1949 di LeRoy, sono incerta. Anzi sicura: la versione del 2019 è bellissima e va non solo vista dagli appassionati delle Little Women, perché verrà apprezzato anche dagli altri, e questo è un valore aggiunto. Però, quest’ultimo film, pur essendo più intellettuale e anche magistralmente recitato, manca di quel nodo alla gola che ti prendeva quando vedevi l’attacco del vecchio film con le quattro sorelle March che percorrono il vialetto con la neve, sullo sfondo di una favolosa carola natalizia, mentre Jo salta lo steccato urlando “Cristoforo Colombo!”… Beh, quel nodo non si può spiegare ma c’è, e la differenza sta proprio lì, credo. In quella magia di tasselli imperfetti, perché forse volutamente struggenti, che compongono un perfetto puzzle che ti porta a vedere e rivedere quel film tutti gli anni a Natale, ad apprezzare tutte le altre straordinarie versioni delle Piccole donne, ma ad aspettare sempre, almeno una volta, quello del 1949 con l’insuperabile June Allison nei panni di Jo. Con buona pace della critica e di ogni atteggiamento contro il romanticismo natalizio ormai superato…

E voi? Cosa ne pensate? Quale delle tante versioni di Le piccole donne vi è piaciuta di più?

Se qualcuno volesse rinfrescarsi la memoria sulla trama e i personaggi del romanzo, vi lasciamo il link all’articolo che gli abbiamo dedicato qualche tempo fa: Piccole (grandi) donne.

Un abbraccio, Greta

2 pensieri riguardo “Stasera in prima TV il film Piccole donne versione 2019

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