Ricordati di me

Ricordati di me, in onda stasera su Rai Movie 24 alle 21.10, è uno dei film di Gabriele Muccino che preferisco!

Si urla tanto, un po’ troppo, come sempre nelle commedie italiane di Gabriele Muccino, ma la storia della famiglia Ristucci in difficoltà (curiosamente Ristucci è lo stesso cognome poi scelto dal regista per la famiglia di A casa tutti bene), con i genitori che riscoprono separatamente le loro aspirazioni artistiche giovanili, e i figli che scoprono per la prima volta i dolori dell’età adulta confrontandosi con il mondo, quello sociale, amicale e amoroso, e quello scintillante ma pieno di insidie dello spettacolo e della TV, porta con sé necessariamente tradimenti e lacrime, e quindi anche urla, in buona parte giustificate.

Valore aggiunto di questa pellicola risiede, per me, nella scelta del cast: Laura Morante (che amo!) e Fabrizio Bentivoglio (amo anche lui!) sono i genitori, Silvio Muccino (che amo meno: per me ha un difetto di pronuncia, tipo la zeppola, poi fate voi) e la bravissima attrice esordiente Nicoletta Romanoff interpretano i due figli.

Il cameo stucchevole di Giulia, l’amante, Monica Bellucci qui opportunamente invecchiata per risultare più alla mano, preferisco non commentarlo oltre. Quello di Pietro Taricone, che di lì a poco sarebbe purtroppo mancato causa un disgraziato volo col paracadute, merita invece una segnalazione, perché dimostra che Pietro ce la stava mettendo tutta per diventare un “vero attore”, e in questo film, come nella serie Tutti pazzi per amore, l’ho trovato bravo e credibile.

Come ho trovato molto credibile Enrico Silvestrin nel ruolo del conduttore annoiato e furbo, che va in cerca delle ragazzine per tappare il vuoto della sua esistenza, ma non è felice neanche così! Il suo fittizio quiz preserale Alì Babà con le vallette chiamate Aline, ricorda molto Passaparola e le Letterine, e infatti viene girato nello stesso studio. Solo la scenografia è stata un po’ modificata, ma è riconoscibile!

Finisce tutto a tarallucci e vino, dopo che Carlo, il padre, sopravvive ad un incidente che sembrava mortale, ma la nota dolente successiva, ovvero il precipitare all’indietro verso la vita di prima appena passa il Natale e rientra l’emergenza, l’ho trovato giusto e in linea con la scelta di pieno realismo disincantato del regista.

La vera pietra preziosa di questo film è, senza dubbio, la colonna sonora in grado di sostenere e descrivere le vicende e i personaggi, intrecciarsi con delicatezza alla trama o soverchiarla fortissimamente per rendere quello che le parole e le immagini non arriverebbero a dire. Notevole, soprattutto, la versione delicatamente moderna di Elisa della canzone più bella di sempre: Almeno tu nell’universo di Mia Martini.

E voi? Avete visto questo film del 2003? Cosa ne pensate?

Fatemi sapere qualcosa qui sotto nei commenti, che sono curiosa!

Un abbraccio dalla vostra Greta

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