Nel 2013, Leonardo Pieraccioni scrive, (col sempre bravissimo Paolo Genovese), e dirige una delle sue migliori commedie: Un fantastico via vai.
Pieraccioni stesso interpreta il protagonista: Arnaldo, un uomo di mezza età cacciato di casa dalla moglie (interpretata da Serena Autieri, che fantastica lo è sempre e davvero), a causa di un malinteso. Arnaldo si ritrova così a convivere con un gruppo di universitari, e ad entrare, a disordinare e ricompattare tutta una serie di dinamiche incrociate tra gli studenti, nonché tra i ragazzi e i loro genitori, forte della sua maggiore esperienza.
La commedia è brillante e scacciapensieri, senza grandi pretese. Fatalità, tutti i ragazzi e le ragazze presenti nella casa sono bellissimi e, di nuovo fatalità, per “sbarcare il lunario” lavorano come modelli. È un ennesimo cliché a cui siamo anche troppo abituati, quando si tratta dei film del comico toscano che, però, questa volta ha il merito di strappare qualche sana risata e più di qualche momento di sorpresa per delle simpatiche e impreviste originalità.
In ogni caso, se volete vedere o rivedere questa divertente commedia, non vi resta che sintonizzarvi questa sera, su Rai Movie 24, alle 21.10.

Sono totalmente d’accordo con te, Paolo Genovese ha dato il meglio di sé in questa sceneggiatura, permettendo a Pieraccioni di tornare ai fasti dei suoi primi 3 film. Il guaio è che è stato un caso isolato, perché poi è ripiombato nella sua solita mediocrità (Il professor Cenerentolo lo ricordo ancora con raccapriccio).
Anche Paolo Genovese ha avuto dei grossi problemi dopo questo film. Suo figlio è stato condannato per aver ucciso 2 ragazze in un incidente stradale, e lui è stato duramente criticato per aver diretto uno spot del Parmigiano Reggiano in cui sostanzialmente esaltava lo sfruttamento dei lavoratori, presentando come virtuosi coloro che lavorano 365 giorni l’anno (e quindi dando implicitamente di fancazzisti a quelli che invece osano rivendicare qualche diritto).
Auguro ad entrambi di lasciarsi alle spalle i propri problemi, e di tornare presto ai fasti di un tempo. Mi farebbe piacere in particolare se ci tornasse Pieraccioni, perché quando azzeccò il terzo film di fila sembrava destinato a restare per decenni un pilastro della commedia all’italiana. E invece già dal quarto film in poi apparve evidente a tutti che aveva esaurito le idee – e infatti ha passato gli ultimi vent’anni a rimasticare sempre la stessa trama: se vogliamo anche Un fantastico via vai non è altro che una versione più moderna de I laureati, c’è anche un’intera scena ripresa pari pari.
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Vero, concordo con te, però questo film, così come al tempo I laureati, è carino e godibile. Cosa non più scontata, purtroppo, quando si tratta di commedie italiane, o tantomeno di film di Pieraccioni.
Grazie per il tuo commento, come sempre interessante e puntuale. Un abbraccio e a presto, Greta
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Sono totalmente d’accordo: un tempo le nostre commedie all’italiana erano dei capolavori, oggi invece non è più scontato che un film di questo tipo sia carino e godibile. Questo un po’ perché i grandi maestri del genere sono entrati in crisi di idee (alludo non solo a Pieraccioni, ma anche a Benigni e Verdone), un po’ perché la generazione successiva è composta da dei comici demenziali che non sono degni neanche di allacciargli le scarpe (uno su tutti Paolo Ruffini).
L’unico comico dell’attuale generazione che sembrava essere di alto livello è Checco Zalone, ma poi è incappato in quel disastro epocale di Tolo Tolo, e quindi temo che purtroppo percorrerà la stessa china di Pieraccioni, diventando un comico giovane anagraficamente ma già finito a livello di idee.
Siccome cerco sempre di trovare il lato positivo, devo dire tuttavia che ogni tanto qualche bella commedia all’italiana esce ancora. Una di esse è L’agenzia dei bugiardi, l’unico film con Paolo Ruffini che mi sia piaciuto (probabilmente perché lì recitava e basta, senza scrivere né dirigere). Anche Brave ragazze e Notti magiche mi sono piaciuti. Grazie a te per i complimenti e per la risposta! 🙂
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