Vi capita mai di pensare che il titolo di un libro non c’entri nulla con il suo contenuto? A me è successo con La lettera di Natale, scritto dalla mia adorata Karen Swan. Tanto per iniziare, la lettera a cui fa riferimento in realtà sono svariate e-mail, e poi del Natale se ne parla solo alla lontana, perché la storia si svolge durante le prime settimane di dicembre. Mah… Comunque, a parte questa piccolezza, a me il romanzo è piaciuto molto, e voglio farvelo conoscere.
La trama viene raccontata da due narratori: i protagonisti Natasha e Duffy, e in più si sviluppa su due piani temporali, quello presente, e un evento passato, di quattro anni prima.
Nel presente, Natasha ha un marito devoto e gran lavoratore, Rob, una bambina dolcissima di tre anni, Mabel, e vive in uno splendido cottage; dall’esterno la sua vita sembra perfetta, ma lei sente un grande vuoto dentro di sé, che non riesce a spiegarsi.
Duffy, al contrario, è uno spirito libero e un amante dell’avventura: scalatore provetto, ha passato gli ultimi anni ad arrampicarsi sulle vette più alte del mondo, ed è in procinto di compiere la sua più ardua impresa: scalare l’Annapurna in Nepal.
I due entrano in contatto per pura casualità, quando lui, di passaggio a Vienna, trova il peluche preferito di Mabel nell’appartamento che la famiglia aveva occupato il giorno prima del suo arrivo. Duffy, irrazionalmente, decide di portare il pupazzo con sé nel suo viaggio, come fosse un talismano portafortuna, non sapendo però che in Inghilterra la bimba è disperata e non riesce a dormire senza il suo animaletto di pezza preferito.
Natasha non sa più come consolare la figlia, finché, una sera, grazie alla figlia di un’amica che lavora per il famosissimo Harry Styles, pubblica un post su Instagram, che il cantante riposta, rendendolo virale. Così, Duffy viene a sapere di tutta la tenera vicenda tramite un’amica, ma ormai si trova in Nepal e non ha modo di spedire il pupazzo. L’amica, Anya, scrive quindi a Natasha, e mette i due in contatto. Da lì inizia una corrispondenza oltreoceano in cui l’uomo manda fotografie del peluche durante vari momenti del viaggio, così che la bambina senta meno la sua mancanza.
Nel passato, invece, conosciamo Natasha a una settimana dal matrimonio con Rob, precisamente al suo addio al nubilato, trascorso con le amiche più care in un parco naturale tra escursioni avventurose e una SPA di lusso. In quell’occasione, la ragazza incontra Tom, un addetto del parco, che la aiuta in due momenti molto difficili per lei. Tra i due scatta qualcosa, un vero e proprio colpo di fulmine, ma il destino non sembra proprio dalla loro parte…
Le sorprese in questo romanzo sono molte, e, come ci ha abituato la Swan, tutte concentrate negli ultimi capitoli, che sono a dir poco appassionanti!
Per onestà, devo dire che ho trovato un po’ pesanti e ripetitive alcune descrizioni della scalata di Duffy, ma forse dipende dal fatto che non sono una grande appassionata di questo “sport” e della montagna in generale. Tuttavia, devo dare merito alla scrittrice perché si vede che ha studiato l’argomento molto a fondo.
Vorrei dirvi di più su La lettera di Natale, ma devo fermarmi, perché le emozioni vanno vissute senza spoiler. Aggiungo solo che a tratti ho provato un sentimento di vero fastidio per la protagonista, Natasha, ma una volta scoperti alcuni passaggi fondamentali del passato, non si può far altro che entrare in empatia con lei. E comunque è il bello dei romanzi: quando ti prendono a tal punto da farti anche arrabbiare, oltre a piangere di commozione, come mi è successo sul finale.
Spero di avervi incuriositi. Se invece l’avete già letto, fatemi sapere cosa ne pensate, qui sotto nei commenti.
Un abbraccio, Clara