Cari amici, per la nostra gioia, e non solo, stasera andrà in onda il film About a boy su canale TwentySeven (canale 27), alle 21.10.
Per i dettagli sul film, come sul libro da cui è tratto, vi rimando all’articolo che gli ho interamente dedicato, includendo anche il paragone tra versione cartacea e cinematografica.
È uno dei miei libri preferiti, Un ragazzo – About a boy (edito in Italia da Ugo Guanda Editore nel 1998). Dico davvero. Nick Hornby, autore tra gli altri anche del famosissimo Alta infedeltà, è uno scrittore eccezionale come pochi. Concordo con il Sunday Times che lo definisce: “Il miglior scrittore della sua generazione”.
La versione cinematografica mi è piaciuta, se possibile, altrettanto.
Il film omonimo è del 2002, per la regia di Chris e Paul Weiz, e interpretato da uno Hugh Grant in stato di grazia. L’attore che interpreta Marcus, il ragazzino, però, Nicholas Hoult, è, per quanto giovane, altrettanto bravo.
Il ragazzo del titolo è Marcus, piccolo e indifeso, appena dodicenne, ma cresciuto troppo in fretta con una madre separata, hippy e depressa cronica. La madre è anacronistica e il bimbo assorbe tutto da lei: il salutismo vegetariano, l’opposizione ai grandi marchi e alla moda, l’abbigliamento buffo e fuori tempo (come i maglioni pelosi e colorati e i mocassini di pelle per andare a scuola) e una passione vera per Bob Marley e Joni Mitchell. Marcus non conosce il mondo contemporaneo, non sa chi siano i Nirvana, odia il calcio, sembra uscito dagli Anni Sessanta per uno strano scherzo del destino, e viene crudelmente preso di mira dai bulli della sua scuola finché non incontra Will Freeman, l’altro ragazzo del titolo.
Will è egoista, in principio, superficiale, viziato. Trentaseienne senza pensieri e senza lavoro, vive di rendita grazie ai diritti d’autore su una terribile canzoncina natalizia scritta dal padre molti anni prima. Le sue giornate sono scandite di mezz’ora in mezz’ora, per non essere troppo noiose, riempite solo di attività ricreative o dedicate alla cura della sua persona.
Finché non scopre, casualmente, che le donne più “comode”, vulnerabili e in qualche modo affascinanti sono le madri separate: ne hanno già passate tante che, in confronto, Will non può essere così male, neanche lui che è senza valori, senza prospettive né aspettative se non quella di riempire in modo piacevole e poco impegnativo le sue giornate. E così Will, dopo una breve esperienza amorosa per lui felice perchè si conclude senza strappi dolorosi né drammi, decide di frequentare un gruppo per genitori single, arrivando ad inventarsi perfino un figlio, Ned, e una storia straziante che lo fa apparire come il martire coraggioso di una moglie incostante e capricciosa. Ma il diavolo, si sa, o il destino o come vogliamo chiamarlo, ci mette sempre lo zampino, perché Will in questo modo del tutto casuale entra in contatto con Fiona, la madre di Marcus, e col bambino stesso che è stanco e vessato dalle angherie quotidiane ma non può dare altri pensieri alla madre… Sarà Will, quindi, il prescelto, per aiutarlo. Will che viene idealizzato da Marcus, ma neanche troppo. Marcus ne ha viste tante e sa che a salvarlo non serve che arrivi un cavaliere senza macchia. È sufficiente qualcuno che sappia un po’ di più come va il mondo. E Will lo sa. E qualcuno che non sia disperato come Fiona. E Will, nonostante la sua vita vuota e inconcludente, sembra stare benone, agli occhi di Marcus, con il suo appartamento moderno, i suoi poster e CD di cantanti famosi contemporanei, di cui Marcus non ha mai sentito parlare, con i suoi vestiti e il suo taglio alla moda che lo rendono “invisibile” e “inserito”, allo stesso tempo. E sarà così che Will smetterà di chiedersi perché e un po’ alla volta si avvicinerà sempre di più a Marcus. Prima molto riluttante, poi con una spinta che, se non viene dal cuore, poco ci manca. E se Will aiuterà a suo modo Marcus, Marcus farà sì che Will impari piano piano a crescere, a lasciare quella vita da “ragazzo” per entrare nell’età adulta con le sue responsabilità e i suoi problemi, certo, ma anche con la sua possibilità di amare e desiderare. Con la prospettiva, del tutto nuova, per lui, di assegnare uno scopo alle sue giornate e un nome ai suoi sentimenti.
Centrale, nel libro come nel film, è anche il rapporto di Marcus con Ellie, fan sfegatata dei Nirvana e di Kurt Cobain, adolescente ribelle e problematica che un po’ alla volta si affezionerà a lui e prenderà le sue difese.
Il film è molto fedele al libro, e ne ripropone in buona parte intatti la trama e alcuni dialoghi, conservando con grande rispetto l’atmosfera generale della narrazione e la natura dei personaggi. Esistono, tuttavia, inevitabilmente e per lo più per motivi visivi e cinematografici, alcune differenze che, come sempre, mi sono divertita a rilevare.
Differenze tra film e libro:
- Marcus nel libro viene descritto come un nerd: capelli ricci lunghi e rossicci, occhiali grossi. Nel film è più tenero, anni Sessanta, con il caschetto liscio e lungo e le guance rubiconde.
- Il rapporto con Ellie nel libro evolve: lui arriva a capire che lei non fa per lui, che sono troppo diversi e che fuori dal contenimento delle mura scolastiche lei non è gestibile. Nel film questo non succede perché manca tutta l’ultima parte (vedi poi).
- La figura del padre nel film è completamente irrilevante. Nel libro viene mostrato come un uomo senza spina dorsale ma comunque presente in più episodi.
- Nel libro Will, il protagonista, ha un’evoluzione più netta e profonda verso la maturità e il desiderio di sposarsi, formarsi una famiglia, avere un lavoro normale.
- Nel libro, crescendo il ragazzino ha decisamente un’evoluzione verso la “normalità” degli altri adolescenti, sconfessando ad esempio Joni Mitchell e i cantanti ascoltati dalla madre, non senza dispiacere del lettore e di Will e Fiona, ma anche con un certo sollievo, se si pensa al suo futuro. Nel film il messaggio è un altro: Marcus riuscirà a farsi accettare più o meno per quello che è, nonostante i cambiamenti che conseguono al suo incontro con Will.
- La musica di Kurt Cobain e dei Nirvana nel libro è più essenziale e centrale, anche come punto di riferimento per capire meglio lo sviluppo dei personaggi e dei gusti di Marcus verso il sentire comune degli adolescenti suoi coetanei.
- Il personaggio di Kurt Cobain, scomparso prematuramente lasciando una bambina, serve anche per indagare e trattare il difficile tema del suicidio in relazione al tentativo della madre di Marcus di togliersi la vita.
- Il finale è completamente diverso: nel libro Marcus va a trovare il padre a Cambridge con Ellie, e durante il tragitto vengono a sapere della morte di Cobain, da cui la rabbia e gli atti di vandalismo ad opera di Ellie, alla vetrina di un negozio di dischi, e l’arresto. A seguire, il ricongiungimento di tutti nella stazione di polizia e l’happy end. Nel film i protagonisti restano fino alla fine più vicini a loro stessi, e la pellicola si conclude a sorpresa con l’esibizione di Will e Marcus sul palco della scuola che, ad occhi chiusi,cantano e suonano “Killing me Softly”, a sottolineare il loro coinvolgimento in un rapporto sempre più profondo che non si cura più delle opinioni del mondo intorno. Will ha smesso di preoccuparsi di quello che gli altri possono pensare di lui. In realtà, anche nel libro Will compie molti passi verso la sensibilità e la comprensione del prossimo, e a dire il vero, come dicevamo, in modo molto più profondo, ma per altre vie e in modalità, per forza di cose, meno scenografica.
E voi avete visto il film o letto il libro? Se conoscete entrambi avete qualcosa da aggiungere riguardo il confronto tra i due? Sarei molto curiosa di sapere cosa ne pensate.
Un abbraccio, Greta