A muso duro

L’altra sera è andato in onda un film che davvero consiglierei a tutti. Un po’ forte, d’accordo, e commovente, ma misurato, calibrato nell’espressione del dolore e dei sentimenti, come piace a me. A muso duro (Campioni di vita) di Marco Pontecorvo dovrebbero mostrarlo nelle scuole, nelle palestre e non solo che, di disabilità si parla tanto ma la strada da fare è ancora molta. Esattamente com’è scritto sul finale del film.

Nello specifico, si tratta di una storia vera resa film per la TV, (e appena andata in onda in prima visione su Rai uno), che tratta un argomento sconosciuto ai più ma importantissimo.

A muso duro perché, quando i pregiudizi parlano da soli, e hanno parlato per secoli, non c’è altro modo per affrontarli. A muso duro perché abbiamo sostituito la Rupe spartana con pietosi e penosi cronicari, luoghi dove nascondere l’imperfezione, dove i genitori stessi tenevano i figli, anche se solo parzialmente menomati. Che poi parzialmente o meno è comunque un orrore. Venivano rinchiusi anche perché presi per pazzi, quando erano “solo” sofferenti, anche se “solo” depressi, e proprio per questo chiamati pazzi. E se oggi le cose sono cambiate tanto, ma molto anche solo di facciata, figuriamoci prima. Prima che arrivasse la rivoluzione degli anni Sessanta e arrivasse lui, il dottor Antonio Maglio (Flavio Insinna) a dire che no, i disabili andavano mostrati: non perché fenomeni, ma perché persone uguali a tutte le altre, anzi, con un quid in più, con una maggiore voglia di vincere e di riscattarsi.

A partire da questo presupposto, il dottor Maglio, ex medico dell’INAIL, è stanco di vedere giovani vite buttate sui letti dei cronicari, con davanti l’unica prospettiva di morire il prima possibile. Fonda perciò una struttura adeguata alla riabilitazione, coinvolgendo i giovani pazienti, e poi anche un gruppo di ragazze, nella ricerca di normalità e vita attraverso lo sport. Poco alla volta, i giovani pazienti si lasciano travolgere dall’entusiasmo e gli effetti riabilitativi dei giochi e della vita comunitaria sono addirittura al di sopra delle aspettative. Nascono amori, escono passioni per la musica e gli sport, torna la voglia di vivere in ciascun residente della struttura di Magli, coadiuvato dalla bravissima capo-infermiera – e sempre straordinaria attrice – Paola Minaccioli.

Le difficoltà incontrate dal dottor Magli saranno tante. Sulla sua strada si cercheranno di mettere tutti coloro che, con i cronicari, ci mangiavano a sbafo, anche con mezzi illeciti, e perfino alcuni genitori gli faranno la guerra, ma il bravo medico, burbero ma dal cuore d’oro, non si lascia fermare. Sarà così che nel 1960 nasceranno le prime Paralimpiadi che tanto hanno fatto per i diversamente abili, la loro riabilitazione e la loro storia di riscatto.

E voi? Avete mai visto questo film emozionante? Cosa ne pensate? 

Un abbraccio, Greta

2 pensieri riguardo “A muso duro

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