Questa volta ci siamo davvero! Da stasera, alle 21.25 su Raiuno al via le repliche della bella serie TV Le indagini di Lolita Lobosco, che verranno mandate in onda di domenica e lunedì. Ricominciano quindi le puntate da capo, da quando cioè il vicequestore, interpretata dalla bellissima Luisa Ranieri, viene trasferita nella sua città Natale, Bari.
Di seguito, vi riproponiamo un articolo che avevo scritto a caldo, sulla scia dell’entusiasmo dopo la visione della prima appassionante puntata. Vi confermo che l’entusiasmo resta invariato per tutta la serie! Per chi avesse voglia di leggere l’intero articolo, buona lettura, dunque!
Quanto mi è piaciuta questa nuova serie TV basata su Le indagini di Lolita Lobosco e targata Rai Fiction! Me la sono gustata in toto, e per vari motivi.
- Perché la regia di Luca Miniero è davvero preziosa e pensata in ogni poetico dettaglio. Perché la vista dall’alto di una magica Bari notturna illuminata dalle luci natalizie, in apertura e chiusura dell’episodio, non ha prezzo, così come la vista della Bari vecchia, oggi come ieri, riempie gli occhi e il cuore. Perché anche solo la sequenza di Lolita che corre sul lungomare è da brividi. Perché la città stessa è meravigliosa protagonista della storia. Anche se in realtà spesso, come mi ha fatto notare un’amica pugliese, le immagini mescolano Bari a Monopoli dove, effettivamente, il mare è molto più vicino alla città, con buona pace della verosimiglianza ma a favore di un effetto più suggestivo!
- Perché “l’altra protagonista”, oltre alla città di Bari, ovvero il vicequestore Lolita Lobosco alias Luisa Ranieri, è una bomba di sensualità mista a quei modi da donna comune coi problemi di noi tutte; ha quel calore del sud insieme al piglio duro da poliziotta – come vuole la sua mamma letteraria, Gabriella Genisi, – sottolineato dal tacco sempre alto, femminile ma anche marziale se inserito in un’andatura veloce e fiera, accanto a una voce che non ammette repliche. Salvo poi, lei, Lolita, lasciarsi andare, appena si gira, ad un sorriso luminoso e femminile che la smaschera e la ritrasforma in una di noi, una donna come tante, con le sue fragilità. “Luisa Ranieri è perfetta per interpretare Lolita”, ha detto la Genisi, e dopo aver visto la prima puntata non possiamo che essere d’accordo con lei.
- La serie, fedelmente tratta dai libri di Gabriella Genisi, è la prima produzione Rai Fiction di questa estate: dopo aver atteso mesi per girare, quello delle Indagini di Lolita Lobosco è il primo set che si apre dopo la fine della prima ondata della pandemia. Assume così anche un grande significato simbolico di liberazione, come libera è anche Lolita, libera dai pregiudizi, incurante dei pettegolezzi delle vicine, distante dal ruolo tradizionale della donna che, spesso, il sud vorrebbe accanto al focolare o almeno legata ad un unico grande amore, o anche piccolo, magari, ma legittimato da fidanzamento e matrimonio.
È proprio Luisa Ranieri, durante un’intervista andata in onda su Raiuno il 21 febbraio scorso, a raccontarci com’è la “sua” Lolita. O meglio, com’è Lolita, che tra la versione televisiva e quella letteraria passa pochissima differenza, diversamente da quello che accadeva con Mina Settembre che, scappata dalle pagine dei libri di De Giovanni, per la TV si trasformava, ringiovaniva, si alleggeriva, si avvicinava al sorriso allegro e innocente di Serena Rossi. Qui, invece, ribadisce la Ranieri, la somiglianza con la Lolita della Genisi è stata rigorosamente rispettata. Anche perché, come già detto, la Genisi stessa vede la napoletanità della Ranieri perfetta per la figura della sua Lolita. Nonostante poi Luisa Ranieri abbia dovuto fare un enorme sforzo per imparare un delicato ma preciso dialetto barese, più che credibile, dicono gli esperti del settore (a parte qualche detrattore che arriva sempre a fare il guastafeste…) Lolita che è libera, vive più storie, ha più uomini; il sesso per lei è un piacevole passatempo ma non le stravolge la vita. “La Lobosco non è in cerca di una relazione fissa”, spiega la Ranieri: “Lolita è un femminile che racconta bene le donne d’oggi, è una donna tosta che alle relazioni stabili preferisce quelle fugaci.” E ancora, Luisa Ranieri riferisce divertita che è stato proprio suo marito Luca Zingaretti a volere fortemente la trasposizione televisiva dei libri della Genisi: pare che li abbia divorati e poi abbia deciso in breve tempo che voleva assolutamente portarli sullo schermo. Così lui è diventato il produttore di sua moglie.
“Qui non ho voluto fare la secchiona come al solito, mettermi a studiare a fondo la parte. Finita la prima ondata della pandemia non vedevo l’ora di tornare a recitare, sono andata con la pancia”. Conclude l’intervista, più o meno con queste parole, la bella Luisa Ranieri.
A dire il vero, però, un grande amore la Lobosco l’ha avuto: Stefano, il primo e l’unico ad essere restato nel suo cuore e lo stesso che gliel’ha spezzato. E adesso se lo ritrova davanti imputato di stupro ai danni di Angela, la sua giovane segretaria. Scoprire che poi la segretaria era in realtà l’amante di Stefano, non sembra inizialmente fare la differenza, per tutto un delicato meccanismo di giochi che girano intorno a un frainteso concetto di verginità e fedeltà, come accade forse negli ambienti troppo bigotti, o quando una donna soffoca. Ed è proprio l’amore, in ultima istanza, a uccidere Angela. L’amore che si idealizza e contemporaneamente può annientare. E la gelosia violenta, cieca, che alla fine è tutto fuorché amore.
Stefano viene così del tutto scagionato e Lolita è libera di rivivere con lui, dopo tanti anni, una notte di passione proprio a Capodanno. Ma ci sarà un seguito? Già altri interessanti corteggiatori si profilano all’orizzonte!
Come avrete capito, le indagini di Lolita Lobosco sono molto intricate e sottili. Durano l’intera serata – non c’è la consueta divisione in due episodi – e si concludono dopo molti colpi di scena e altrettanti dettagli investigativi, talvolta fin troppi, forse. La trama va seguita con attenzione, insomma, non è lineare come in Mina Settembre. Le immagini hanno sempre un velo di malinconia che le opacizza. Serve talvolta come occhio critico per leggere tra le righe.
A fare da contraltare, l’allegria delle scene e dei personaggi della Bari vecchia con cui Lolita, dopo tanti anni di lontananza, ritrova la sintonia. Le usanze tipiche baresi dei giorni tra Natale e Capodanno.
Ad esempio: “Le famiglie baresi si preparano al pranzo di Natale come se fosse una guerra!” spiega Lolita
E ancora: i fuochi d’artificio mozzafiato di San Silvestro, i mobili e gli elettrodomestici vecchi gettati a profusione fuori dai balconi…
Sicuramente è una serie dove il giallo è centrale, viene messo in evidenza ma, nel contempo, anche la donna-vicequestore ha lo stesso spazio, con la sua vita, le sue emozioni, le sue esigenze, la sua famiglia (strepitosa la madre Lunetta Savino, tra l’altro), i suoi ricordi che, spesso, vengono riproposti attraverso flash back e altrettanto spesso riguardano il padre contrabbandiere di sigarette (in realtà, nei libri è, al contrario, un esponente delle forze dell’ordine). È proprio con un saluto alla sua tomba che Lolita si riappacifica con lui e si chiude il sipario sul primo, lungo, episodio.
Chi segue noi Sorelle Tarocche da un po’, sa che io ho un vero amore per i gialli al femminile. Da Agatha Christie in poi, se posso, non me li perdo, sia sui libri che sullo schermo. Ultimamente la TV, in tal senso, mi sta dando finalmente soddisfazione, prima con Mina e adesso con Lolita. Era dai tempi della Prof Veronica Pivetti, nata dalla penna di Margherita Oggero, che una serie TV non mi appassionava così tanto. In tal proposito, vi lascio qui di seguito il link all’articolo dedicato a Provaci ancora prof: Cominciamo dalla Prof! Per leggerlo, basta cliccare sopra il titolo dell’articolo.
E voi? Avete visto la prima puntata della nuova serie Rai Le indagini di Lolita Lobosco? Quali sono le vostre impressioni?
Avete preferito questa o Mina Settembre?
Fateci sapere come la pensate che siamo molto curiose!
Un abbraccio forte, Greta
A me era piaciuto. L’ho trovato solo un po’ di maniera. Pero’ le storie erano godibili. Da pugliese, anche se vivo lontano dalla Puglia dal 1996, gli accenti mi sembravano caricati all’inverosimile, specie quello di Lolita (non è che tutte le donne in Puglia parlano come le signore che vendono le orecchiette nel centro storico di Bari). Pero’ va be’, capisco che caricare gli accenti piaccia ai più ed è pur sempre una serie TV. Il ritmo comunque c’è, le storie sono strutturate bene, la location, come si dice a Milano è cool. Saluti.
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Concordo abbastanza con te, però ti devo informare in anteprima che le repliche delle puntate sono rimandate. Abbiamo appena scoperto che stasera manderanno in onda la fiction Basta un paio di baffi. È un filmetto carino, che avevo visto qualche anno fa. Troverai l’articolo su Basta un paio di baffi al posto di Lolita, che rimanderemo più avanti!
Continua a seguirci. Un abbraccio
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