Divorzio a Las Vegas. Impressioni a caldo

Ma che carino questo film! 

Volevamo consigliarvelo come chicca, ma era una prima visione TV, non l’avevamo mai visto, né io né Clara e, per prudenza, ci siamo autocensurate. E invece era da “chiccare”! Come diciamo noi…

Sto parlando del film italiano del 2020 Divorzio a Las Vegas, per la regia di Umberto Carteni, che ho visto, dapprima svogliatamente, con un occhio alla TV e l’altro al PC dove stavo scrivendo (a parlare è Greta).

Innanzitutto, bisogna guardarlo col disincanto di chi non si aspetta niente più che la solita commedia italiana carina che non lascia grande memoria. Allora si resta colpiti, allora la sorpresa c’è. Perché Divorzio a Las Vegas è un film già visto ma insieme insolito, banale sulla carta, originale nella realtà della finzione cinematografica. I personaggi sono buffi senza cadere mai nel trash. Ti basta poco! Direte voi. Sì, qualche volta basta poco per passare dalla solita commedia a un film spassoso, arguto, inaspettato che, comico ma garbato, strizza l’occhio alle commedie romantiche americane “on the Road” (anche le citazioni si sprecano, una su tutte quella da Harry ti presento Sally), pur restando italianissimo, pur basandosi su di un cast italianissimo, in parte noto agli appassionati di fiction, ma ben collocato (anzi, collocabilissimo, oserei dire) nel contesto internazionale di un film pensato per il grande schermo in co-produzione Italia/America.

Al di là della trama, a farla da padrone sono le battute, la sceneggiatura sempre a fuoco. Lo stesso regista nasce come sceneggiatore, non a caso. E, non a caso, il protagonista è uno scrittore (ghost writer, per essere esatti), non intellettuale ma colto, non particolarmente elegante ma con un linguaggio fresco, originale, letterario senza essere antico. Ha sempre la parola giusta al momento giusto, senza ricorrere mai a quegli “artifici retorici” che utilizza per scrivere i discorsi per i politici. Tutti uguali, da destra a sinistra, per “par condito”. Perché tutti, alla fine, vogliono essere descritti nello stesso stereotipato modo: delle brave persone. E invece, con la “sua” Elena, saltano tutti gli stereotipi e, ogni volta che si incontrano succede qualcosa di imprevisto e sembrano dare vita a una catena di avvenimenti che sfuggono al loro controllo. A quello maniacale di lei e alla spedita dialettica di lui che ancora non si sa spiegare perché ma, dopo vent’anni, porta ancora il nome di lei tatuato sul braccio.

Ma facciamo un passo indietro: Lorenzo – Gianpaolo Morelli, ed Elena – Andrea Delogu, erano appena diciottenni quando, durante una vacanza studio in America, si sono ritrovati a ubriacarsi e sposarsi nella celebre cappella di Las Vegas. Lei era la bella della classe, lui il secchione un po’ noioso, per cui, tornati in Italia, non pensano più al fattaccio considerandolo come uno scherzo goliardico. Vent’anni dopo, però, Elena deve sposarsi con Gianandrea (Gianmarco Tognazzi), blogger affermato dai modi affettati e con una visione pressoché perfetta della fidanzata, che ritiene cristallina, sincera, onesta. Ma perfetta, Elena, non lo è per niente, le fa notare Sara (Grazia Schiavo), la migliore amica avvocato, dal momento che a breve sarà bigama. È così che, dopo vari tentennamenti, Elena rintraccia Lorenzo e parte con lui per La Vegas con l’intenzione di divorziare al più presto e cancellare le prove di una passata follia. Ma le circostanze li metteranno a dura prova, o comunque di fronte a tanti e tali imprevisti, che i due inizieranno, per forza di cose, a conoscersi e capirsi sempre meglio.

In tutto ciò, il migliore amico di Lorenzo, Lucio (Ricky Memphis), intreccia un rapporto surreale con Sara, dalle conseguenze inaspettate.

Questa volta non voglio dirvi di più. Basta spoiler! Però una cosa ve la voglio proprio chiedere perché sono curiosa: vi è capitato di vedere questo film? Siete d’accordo con me, oppure lo trovate la “solita commedia italiana”?…

In attesa di una vostra risposta, vi abbraccio, 

Greta

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