La vita bugiarda degli adulti – serie TV e romanzo a confronto!

La miniserie TV La vita bugiarda degli adulti è tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante che, come sapete ormai tutti, è una delle mie scrittrici preferite. La riproduzione televisiva è molto fedele alla versione letteraria e mi è piaciuta tantissimo.

Vediamo ora similitudini e differenze tra il libro e la serie TV:

La trama si svolge in modo molto più serrato, rispetto al romanzo. Per motivi cinematografici, non si poteva lasciare la prima metà delle puntate improntate sui dubbi, i tentennamenti, i tira e molla tra zia e nipote e tra Giovanna e i genitori. È un peccato aver perso così tante sfumature, ma probabilmente era più semplice partire dai fatti e raccoglierli in sole sei puntate: si inizia quasi subito con l’incontro tra zia Vittoria e la nipote Giovanna, mostrando il rapporto forte che si crea tra le due, nonostante Vittoria parli male del fratello, padre di Giovanna. A seguire, nella versione televisiva viene anticipata anche la scoperta del doppio tradimento degli adulti, del mare di bugie in cui Giovanna è stata immersa e sommersa fin dall’infanzia dai genitori, intellettuali di sinistra sempre pronti a battersi per la giustizia, affiancati dalla coppia storica di migliori amici, che riescono a deludere così profondamente Giovanna da indurla a rifugiarsi nel mondo scintillante, per quanto povero e sguaiato, di Vittoria, fumoso nel suo drammatizzare ogni cosa, ma in qualche modo più vero. Finché la nipote scopre un’altra scioccante realtà: la zia è stata l’amante di un vicino di casa, Enzo, appartenente alle forze dell’ordine, e da quando è morto, molto giovane, si occupa della vedova come fosse una sorella ed è una zia amorevole e prodiga per i tre figli del suo antico amore mai dimenticato. Ma davvero Vittoria ha avuto un unico e solo amore? È davvero così semplice per la vedova dimenticare tutto il dolore e la gelosia del passato? E di cosa vive la zia di Giovanna, come fa? Qui mi fermo perché ho già svelato troppo, e invece vi invito a leggere il libro e a vedere questa bellissima, insolita, travolgente, serie TV.

Il cast è splendidamente diretto dal regista Edoardo De Angelis che è anche sceneggiatore della serie. Valeria Golino, semplicemente perfetta nel ruolo di zia Vittoria, si sovrappone quasi al personaggio del libro se non, forse, per un eccesso di oggettiva avvenenza: la Vittoria del romanzo è indubbiamente affascinante, ha una personalità forte e multi sfaccettata che incanta, ma viene spesso definita brutta. E tutto ha inizio proprio quando Giovanna si sente paragonata a questa zia sconosciuta: “Sta facendo la faccia brutta di Vittoria!” Sentirà il padre dire alla madre. Da lì, la curiosità di sapere chi è Vittoria, l’ossessione e la decisione di conoscere questa zia reietta e tenuta nascosta. I genitori, tra l’altro, sono impersonati meravigliosamente da Alessandro Preziosi e Pina Turco. Avevo un pregiudizio, verso Preziosi, lo ammetto, ma dopo averlo sentito recitare nel suo napoletano ruvido, caldo, teatrale ma vero, l’ho completamente rivalutato. Anche il resto del cast mi è piaciuto davvero molto, ma a convincermi soprattutto è stata la giovanissima interprete di Giovanna, Giordana Marengo.

Giovanna è un’adolescente inquieta e confusa, sguardo verde liquido ma penetrante, cerchiato da profonde occhiaie, look da maschiaccio di periferia: capelli cortissimi, giacche mimetiche, pantaloni sformati. È un aspetto volutamente aggressivo per mascherare la sua fragilità, la figura androgina e la sua sessualità indecisa, sfrontata e impaurita insieme. L’attrice rappresenta, a mio parere, al meglio, Giovanna così come viene descritta nel romanzo e ce la immaginiamo. La scelta, infatti, non è caduta su un’attrice già famosa, ma su un’esordiente ai suoi primi passi, purché vicina, oserei dire vicinissima, al personaggio letterario.

Alla fine tutti mentono o hanno un motivo per mentire. Anche Vittoria.

Zia, perché mi hai detto una bugia?

“Perché era bella.

A volte le bugie sono più belle della verità. Purtroppo, o per fortuna, i margini tra verità e menzogna non sono quasi mai così netti da non lasciare un piccolo spiraglio ai sogni.

Il plauso più forte, va comunque, a mio avviso, alla Colonna sonora sconnessa e sporca di Enzo Avitabile, come un rumore di fondo di suoni e voci continue, che disturba i dialoghi, che si appiccica ai vestiti, ai corpi, li descrive, si insinua nella trama, la stravolge, la recupera, ce la spiega in un modo che arriva dritto al cuore senza passare per la testa. Non è cornice, ma vera protagonista della storia, una sorta di io narrante inconsueto e nascosto ma sempre presente. Il tutto è scandito da una frase in dialetto, quel tormentone che lascia l’amaro in bocca e un colpo al cuore ogni volta, per come viene proposto e per i momenti che va a segnare:

Quann si’ piccirill, ogni cosa te pare gross. Quann si’ gross, ogni cosa t’ pare niente.

Una frase che è stata definita “come una litania, come un amuleto”, rimandando anche al braccialetto che zia Vittoria ha regalato tramite posta alla nipote neo-nata, e che passa di mano in mano per tutta la serie, è di tutti e di nessuno: ognuno, con la sua bugia nuda, può attribuirsi il diritto di possederlo. Un bellissimo e raffinato bracciale come fil rouge di una storia spesso sguaiata, che mette in relazione la Napoli alta, ricca e colta, con quella bassa e volgare, dove si vive di espedienti, per mostrarci, anche attraverso il viaggio del braccialetto, che l’umanità intera alla fine risponde tutta alle stesse regole “animali”, e che i veri signori talvolta non si trovano dove li cerchi…

Le canzoni, che si intrecciano alla colonna di Avitabile, sono tutte degli anni Novanta. Alle sonorità sporche e giovanili tipiche delle suggestioni delle canzoni dei ragazzi degli anni Novanta, come Nun te scurdà degli Almamegretta, che apre e chiude la serie, o alcuni brani dei 99 Posse, si mescolano canzoni più vicine al mondo degli adulti come quelle di Rosa Balestrieri e Peppino di Capri.

La serie è prodotta da Netflix e, purtroppo, per ora disponibile solo in streaming. Spero che presto approdi anche sulla Rai per essere alla portata di tutti.

E voi? Avete visto questa serie? Cosa ne pensate?

Un abbraccio,

Greta

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