Stasera su Cielo, alle 21:15, verrà trasmesso Qualcosa di buono, un film drammatico del 2014 assolutamente, potendo, da non perdere. È la storia di un’amicizia profonda e originale tra due donne Kate e Bec, interpretate meravigliosamente da Hilary Swank e Emmy Rossum. Qui di seguito vi lasciamo l’articolo che Greta ha dedicato a questo coinvolgente e intenso film. Buona visione e buona lettura a tutti!
Qualcosa di buono – You’re not you
È un film meraviglioso, profondo, coinvolgente quello che ci regala, come sempre, Hilary Swank attrice e produttrice in Qualcosa di buono – You’re not You, del 2014, per la regia di George C. Wolfe. Ho avuto il privilegio di rivederlo l’altra sera, e mi sono detta che un articolo glielo dovevo proprio dedicare. Perché un bel film può essere un’opera d’arte, e questo sicuramente lo è, non solo per quello che rappresenta ma anche per quello che ti lascia dentro.
Tratto fedelmente dal romanzo omonimo del 2007 di Michelle Wildgem, narra la storia di una grande amicizia tra due donne fragili e insieme fortissime.
Kate – Hilary Swank è una donna di successo: bella, elegante, arrivata, bravissima a cucinare e in tutto quello che fa, pianista eccezionale, vive in una casa magnifica e ordinatissima ed è felicemente sposata con Evan – Josh Duhammel, avvocato di successo. “La dama bianca” chiamano le amiche Kate, quelle stesse amiche che la stanno festeggiando insieme ai mariti il giorno del suo trentacinquesimo compleanno quando, dopo aver ignorato alcuni sintomi, Kate si ritrova a non poter più suonare il pianoforte: le mani non rispondono. La diagnosi è dura e implacabile: SLA, sclerosi laterale amiotrofica.
È passato un anno e mezzo, Kate è sempre più debole e inferma, Evan non riesce più a gestire il lavoro e il suo accudimento insieme, e cercano una persona che posso aiutarli a tempo pieno. In realtà una persona l’hanno già trovata, anzi più di una, ma Kate dopo un po’ licenzia tutti perché “non vuole sentirsi trattare da malata”. Evan, preso dai suoi mille problemi, proprio non riesce a capirla, ma lei vuole qualcuno che guardi al di là della sua malattia, che la veda per quello che è e per quello che è sempre stata anche oltre la facciata perfetta. Per questo la sua scelta ricade su Rebecca – Emmy Rossum, la disordinatissima e disorganizzata Bec che non ha esperienza se non quella del cuore e non ha mai svolto un lavoro da infermiera, ma sa prendersi cura degli altri per istinto e per destino: è stata l’unica ad accudire la nonna durante gli ultimi anni della sua vita di invalida. Rebecca che non riesce a portare avanti di studi all’università, a mettersi in gioco come cantautrice, il suo vero sogno, ma che sa guardare le persone negli occhi e prenderle per quello che sono e non per quello che sembrano.
Nonostante l’opposizione di Evan, tra le due donne cresce un sodalizio che porterà entrambe ad una maturazione profonda e a trovare grande conforto nell’amicizia e nella solidarietà. Mentre il mondo di Kate lentamente va in pezzi, le amiche di un tempo non sanno più trattare con lei ed essere sincere, e il marito, pur amandola, si rifugia in un’altra relazione e nelle sue paure, Rebecca riesce ad arrivare al cuore di Kate e a starle accanto fino alla fine, lottando strenuamente con l’algida famiglia alto borghese dell’amica per far rispettare le sue volontà anche sul fine vita.
Ma anche Rebecca riceve molto dal rapporto con Kate: “Il privilegio di starti accanto mi ha dato il coraggio di combattere”, dirà Rebecca a Kate l’ultima notte, perché finalmente ha imparato a cercare quello che la fa stare bene – mettendo fine a una relazione sbagliata – e a credere in se stessa dedicandosi ai suoi studi e alla sua più grande passione: la musica. Ha imparato a guardare oltre la paura per prendersi ciò di cui ha bisogno per essere felice.
IL FINALE
Come dicevo, il film mi ha entusiasmata. Avrei preferito, però, un finale diverso: che il film si concludesse nel momento in cui Rebecca riesce a far rispettare le volontà di Kate e a riportarla a casa dall’ospedale, magari sulla scena più poetica e struggente: quella in cui le due amiche intrecciano le mani cosicché Kate possa riprovare la sensazione di suonare il pianoforte. Il seguito è ridondante e francamente eccessivo. Gli ultimi minuti risultano forse superflui, atti a suscitare quella passione forte e forse anche quella pietà e quel senso di disperazione che il personaggio di Kate avrebbe respinto con tutte le sue forze… Non dirò altro perché comunque non voglio svelare troppo ma, confrontandomi con Clara, anche lei ha trovato eccessivamente e inutilmente straziante il finale.
Naturalmente, se la pensate in modo diverso siamo aperte al dibattito e ad accogliere le vostre opinioni..
LE ATTRICI
Il film si avvale della splendida collaborazione di due attrici di primo livello che si confrontano con ruoli a cui la carriera le ha già perfettamente preparate, e che sembrano cuciti addosso apposta per loro.
Hilary Swank potrebbe fare qualunque parte, come dice la mia sorella tarocca: “Risulterebbe sempre bravissima”. Il suo talento è anche figlio di un’infanzia povera e travagliata, vissuta in un parcheggio di roulotte. Qui Hilary fugge dalla dura realtà rifugiandosi nei suoi amati film e libri. Scopre molto presto che recitando e immedesimandosi in altri personaggi si sente felice. Ha 9 anni ed è già sul palcoscenico, a 15 è a Hollywood. Ma la sua bravura è anche figlia di un duro e costante lavoro. Hilary Swank è una “secchiona della recitazione”, non lascia niente al caso e si prepara a fondo per ogni ruolo confrontandosi direttamente con la realtà del personaggio che andrà ad interpretare, esattamente come ha fatto anche per Kate in Qualcosa di buono.
I numerosi sport a cui si dedica, soprattutto il nuoto, la aiutano a forgiare il fisico in modo da avere un controllo completo sulle espressioni anche corporee. Non a caso, molti film che interpreta la mettono a confronto con ruoli che richiedono una grande forma fisica o un’acuta capacità di immedesimazione nella difficile realtà della disabilità. Non a caso, ha già vinto due Oscar: nel 2000 e nel 2005 per Boys Don’t Cry e Million Dollar Baby.
Emmy Rossum è la vera sorpresa di questo film e, in definitiva, riesce a non farsi offuscare dalla Swank anzi, riesce a brillare e a conquistare lo spettatore come non mai. Ma per chi già conosceva questa cantante e attrice la sorpresa è solo a metà: la Rossum si era già fatta notare nei suoi lavori precedenti, in particolare nel difficile telefilm Shameless, dove avevo già avuto modo di apprezzare la sua grande empatia e carica vitale.
E voi? Cosa ne pensate di questo film? Conoscevate le due attrici?
Vi do appuntamento a domani con un articolo dedicato al libro e al confronto tra il film e il romanzo originale.
Un abbraccio forte, Greta