Tatà – Valérie Perrin

Cari lettori, oggi vorrei parlarvi di un romanzo molto ricco, di storie, di personaggi e di emozioni; si intitola Tatà, ed è l’ultimo lavoro di Valérie Perrin.

Se seguite il blog da un po’, ricorderete che nel 2022 avevo scritto la recensione di Cambiare l’acqua ai fiori, che ha portato la Perrin alla ribalta (se volete recuperarlo, vi lascio il link QUI); questo suo nuovo libro ha sfumature malinconiche simili al precedente, i dialoghi hanno la stessa profondità e corposità, e come succede per Violette, non si può fare a meno di affezionarsi alla protagonista principale.

La trama si sviluppa attorno ad Agnès, una regista francese di 38 anni, che viene convocata dalla Polizia di Gueugnon, un paesino della Borgogna, per riconoscere il corpo della zia Colette. La sorpresa è grande, perché Colette era già stata dichiarata morta tre anni prima.

Questo evento inaspettato spinge la nipote a indagare sul passato della zia e, di conseguenza, sulla storia della propria famiglia. Attraverso vecchi amici, testimonianze inaspettate e una valigia piena di audiocassette registrate da Colette, Agnès scopre una rete di eventi che collegano la sua famiglia a un circo degli orrori, alla tragedia dell’Olocausto e a oscuri segreti taciuti per troppo tempo.  

Sarà proprio grazie a questo mistero da svelare, e a tutto ciò che ne consegue, che la giovane riuscirà a rialzarsi dopo un periodo molto doloroso della sua vita, dovuto alla separazione da suo marito Pierre, e a ritrovare poco per volta se stessa.

Uno dei personaggi più intensi e misteriosi è sicuramente Blanche: la sua vita è stata caratterizzata da privazioni e sofferenze inferte dal padre, ma in lei non si è mai spenta la luce. Il legame con Colette è profondo e inspiegabile, e quando le due donne si ritroveranno, dopo molti anni, sarà come se non si fossero mai separate.

Anche il personaggio di Colette è articolato e molto più sfaccettato di come appare all’inizio. La calzolaia zitella e appassionata di calcio, ha in realtà molto da raccontare e grandi segreti da svelare.

La narrazione si sviluppa attraverso più piani temporali, identificati dalle date all’inizio di ogni capitoli, per permettere al lettore di orientarsi tra il racconto in prima persona di Agnès, e le registrazioni di Colette e Blanche.

Non voglio dirvi troppo, perché questo romanzo è bello da scoprire passo passo. Onestamente trovo che ci siano fin troppe storie raccontate, troppi eventi drammatici da digerire per un solo libro, che infatti ha più di cinquecento pagine. Però è scritto così bene, e ci si immerge così tanto nella vita dei personaggi, che non si può fare a meno di appassionarsi a Tatá.

L’unico neo, se proprio vogliamo trovarlo, sono le lunghe e francamente noiose (almeno per me) spiegazioni sul mondo del calcio e sulle partite della squadra locale, l’FC Gueugnon.

Tirando le somme: Valérie Perrin punta anche stavolta al cuore del lettore, lasciando un segno indelebile.

Prossimamente voglio leggere anche il suo romanzo d’esordio, Il quaderno dell’amore perduto, perché è chiaro, ormai, che questa scrittrice mi piace, e molto!

Fatemi sapere voi cosa ne pensate, di Tatà e della Perrin. Vi aspetto nei commenti!

Un abbraccio dalla vostra Clara

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