Il boom del “Buon dottore”

Ciao a tutti e ben ritrovati!

Oggi accantoniamo i nostri amati libri per dedicarci ad un vero e proprio “fenomeno” che sta ormai dilagando. Sto parlando della serie The good doctor, trasmessa su Raiuno a partire dal 17 luglio scorso in prima TV (mentre in America è uscita a settembre 2017) e disponibile anche online su RaiPlay.


Iniziamo col dire che questa serie, campione di ascolti, con uno share che si aggira intorno al 22% a puntata, è frutto della mente di David Shore, lo stesso sceneggiatore di Dr. House, Law & Order, The Practice e tanti altri telefilm di successo, anche se non è tutta farina del suo sacco, perché è basata sul serial sudcoreano “Good doctor”, del 2013.

Il protagonista è Shaun Murphy, giovane autistico che lavora in un ospedale californiano come specializzando in chirurgia. Pur avendo molte difficoltà nel relazionarsi con le altre persone, ha delle capacità intellettive tali da fargli trovare soluzioni geniali a problemi apparentemente irrisolvibili. “Forse mi ricorda qualcuno” starà pensando chi di voi ama i “medical drama”; beh effettivamente una certa somiglianza con il celeberrimo Dottor Gregory House c’è:

1. Nella sigla iniziale di entrambe le serie compare un volto umano di profilo con il cervello in bella mostra. Mi chiedo se il riferimento sia voluto, voi cosa ne dite?

2. Il modo in cui i due medici hanno l’intuizione giusta è simile, solo che mentre House ci mostra l’interno dei pazienti, elaborato dalla sua mente, il moderno dottor Murphy ha delle specie di visioni in 3D, come se fossero immagini olografiche.

3. La brutale schiettezza con cui entrambi si rivolgono a colleghi e pazienti.

4. Il doppiatore del dottor Glassman è Luca Biagini, lo stesso del nostro caro “Greg”.

Se vi dovessero venire in mente altre similitudini non esitate a farmele sapere, scrivendole nei commenti.


Tirando le somme, ecco secondo me quali sono i punti forti di questa prima stagione (per ora ne hanno girate due), che ha fatto da sovrana su tutti gli altri palinsesti televisivi estivi:

1. Il personaggio di Shaun, complicato, tenero, geniale e buffo al tempo stesso.

2. Le storie dei pazienti, non così lontane dalla realtà (come invece accadeva in Dr. House).

3. Gli intrecci e le storie personali degli altri medici, niente affatto scontate come avevo ipotizzato al primo sguardo.


Certo deve piacere il genere, ma se ha tutto questo successo, vuol dire che Mr Shore ha fatto un ottimo lavoro, e anche il cast naturalmente; infatti in un’intervista il produttore ha dichiarato che sono state fatte ricerche molto approfondite ed esperienze dirette sulla rara sindrome di Savant, di cui è affetto il “buon dottore”, per rendere il tutto il più realistico possibile, cosa che è stata molto apprezzata dalla critica.

Come ultima nota per questo articolo vi segnalo che Freddie Highmore. Ovvero il protagonista, è un attore già noto al pubblico del grande schermo: tra gli altri, ha partecipato a La fabbrica di cioccolato, Neverland e Un’ottima annata.

E voi state seguendo questa serie? Secondo voi qual’è l’arma vincente che tiene incollati i telespettatori alle vicende del San José St Bonaventure Hospital?

A prestissimo,

Clara

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