Fermate il boia… Sulle tracce della commedia seconda parte

Cari lettori, come promesso nel precedente articolo, di cui vi lascio il link qui, vi fornirò qualche esempio pratico, tratto direttamente dal testo, per seguire le tracce del percorso investigativo secondario che mi sono divertita a scovare all’interno del filo principale della trama (e qui ringrazio di cuore la mia prof di inglese del liceo che mi ha insegnato a godere della sotto-lettura dei romanzi e a divertirmi nel rilevare tracce nascoste e temi secondari ma importanti):


• Ariadne Oliver ritorna (dopo Carte in tavola) come alter-ego della Christie. Prova ne è che esprime parole dense di disprezzo e stanchezza nei confronti del suo personaggio principale, un investigatore finlandese del quale non riesce più a liberarsi. Il pubblico lo ama ancora molto ma lei ne farebbe volentieri a meno. Esattamente questo dichiara anche Agatha Christie più volte, anche nella sua autobiografia, riferendosi a Poirot (Agatha Christie, La mia vita, Arnoldo Mondadori Editore, che tra parentesi merita di essere letta per capire meglio la grandiosità del personaggio).


• Ariadne Oliver assomiglia alla Christie come lei stessa si descrive nella sua autobiografia: florida, prosperosa, amante della buona cucina e dell’investigazione, curiosa, chiacchierona e socievole ma schiva e riservata quando si immerge nella stesura di un suo romanzo (ad es. vedi pag.112).


• La madre di Robin, la signora Upward, è affetta da artrite, malattia con la quale la Christie combatte fin da giovane: a periodi Agatha è costretta sulla sedia a rotelle, specie durante i lunghi e umidi inverni londinesi. Si riprende, in parte, e torna anche a camminare, quando va nei paesi caldi insieme al secondo marito, Max Mallowan, un archeologo molto più giovane di lei. Approfitta, quindi, di giocare sull’ambiguità di una malattia che ha degli alti e bassi vistosi, e che lei conosce fin troppo bene, per gettare un’ombra di sospetto sull’anziana madre di Robin, e confondere le carte, approfittando della scarsa conoscenza che si ha generalmente circa il decorso altalenante di tale malattia.


• Illuminante – e più esplicito di qualunque commento io possa fare – il primo dialogo tra Poirot e la scrittrice appena questa arriva a casa del commediografo Robin Upward:“…sono venuta giù per motivi professionali…Un mio romanzo verrà sceneggiato da Robin Upward. L’idea sarebbe quella di lavorarci insieme.”“Le mie felicitazioni, madame.” (Dice Poirot)“Per carità, c’è poco da felicitarsi (risponde lei). Finora è stata una vera e propria agonia. Non riesco a capire perché mai mi sono lasciata convincere…non potete immaginare quale sia lo strazio di vedere i vostri personaggi presi e ridotti a dire cose che non avrebbero mai detto e a fare cose che non avrebbero mai fatto. E se protesto, tutti mi ripetono che il “buon teatro” si fa così…” (Cit. pagg. 112 e 113).


• Spassosissimo l’episodio a pag. 145 in cui Robin cerca di convincerla a trasformare il suo amato (dal pubblico) e anziano investigatore finlandese in un giovanotto norvegese che ha combattuto nella Resistenza, si fa paracadutare qui e lì e infrange cuori di giovani ragazze. La signora Oliver è giustamente sbalordita e indignata, ma Robin sembra non capire quale sia il problema…


• Quando alla signora Oliver viene posto un complimento circa la sua fama e il suo talento si imbarazza e non sa cosa rispondere. Sembra quasi che la Christie parli di se stessa… (Ad es. vedi pag. 151).

• E ancora, circa le diatribe tra la scrittrice e il commediografo, vedi pag. 179: Ai Laburni la collaborazione proseguiva sempre più difficoltosa.“A dire la verità non mi pare giusto farne un vegetariano – era l’obiezione di Robin – Troppo strambo. Insomma, manca assolutamente di fascino.”“Non so cosa farci – ribattè la signora Oliver ostinata. – È sempre stato vegetariano. Si porta in giro una macchinetta per grattugiare carote e rape crude.”“Ma Ariadne, tesoro mio, perché?”“Come posso saperlo? – disse la signora Oliver imbronciata – come posso sapere per quale motivo mi è venuto in mente di inventare un uomo così disgustoso? Dovevo essere impazzita! Perché un finlandese quando io della Finlandia non so niente? E perché vegetariano? E perché tutte quelle fisime stupidissime che lo caratterizzano? Purtroppo si fa un tentativo…e prima di accorgersi a che punto ci si trova, si scopre di essere legati tutta la vita a una creatura esasperante…” e qui ci scommetterei che più che avercela con Robin, la Christie se la prende sotto sotto con Poirot. Ma non è finita! Poco dopo dirà ancora, rincarando la dose: “Figuratevi che c’è qualcuno che mi scrive e che dice che devo essergli molto affezionata(si riferisce sempre all’investigatore finlandese)…se nella vita reale (lo) incontrassi…credo che commetterei l’omicidio migliore che io abbia mai inventato!”


La Christie, dunque, non aveva solo un rapporto conflittuale con i commediografi e in genere con le trasposizioni teatrali o filmiche dei suoi romanzi, ma anche col suo personaggio principale, Poirot che, se non fosse stato per le proteste del pubblico, avrebbe, per sua stessa ammissione, più volte eliminato. È interessante notare come abbia deciso di scegliere proprio questo romanzo per svelarci tanti dettagli del suo intimo sentire e della sua vita. Certo è che il romanzo merita comunque di essere letto e altrettanto certo è che degli indizi che lei ha voluto fornirci circa la sua vita e le sue esperienze noi, appassionati di Agatha Christie, che amiamo seguire le sue tracce all’interno dei suoi romanzi, le siamo grati. Perché si è divertita a giocare con noi, sicuramente, e anche perché, trattandoci da amici, si è lasciata andare ad alcune preziose confidenze tra le righe che ci raccontano molto di lei, più di quanto forse a volte non abbia fatto direttamente nella sua autobiografia.


Giusto per la cronaca, mi sento di dover segnalare che, nel 1964, dal libro Fermate il boiaè stato tratto un film per la regia di George Pollock: Murder Most Foulche in italiano diventa fantasiosamente Assassinio sul palcoscenico. Fa parte, però, del filone di quei quattro film su

Miss Marple, interpretati dalla bravissima Margaret Rutherford, che vengono spesso riproposti dalla TV, anche in questo periodo, in chiaro su la7D. (Proprio poco fa, domenica 9 settembre, hanno ridato Assassinio sul palcoscenico).Miss Marple, quindi, al posto di Poirot, è la protagonista del film Assassinio sul palcoscenico, che comunque si allontana da Fermate il boiaanche per molti altri aspetti, deludendo molto, a mio avviso, quanti avessero letto il giallo originale a cui il film è semplicemente “liberamente ispirato”. Diversa è l’ambientazione (che diventa tutta teatrale), ad esempio, per non parlare di quel clima sempre un po’ grottesco dei film con la Rutherford – in cui Miss Marple diventa una macchietta, e non più una gentile e dolce vecchietta – che, per i puristi e i fan di Agatha Christie, è sempre un po’ difficile da mandar giù.

Vi segnalo, inoltre, che nel 2008 Fermate il boia è diventato un film poliziesco per la TV inglese, mantenendo in buona parte il titolo originale e tornando, giustamente, a mettere Poirot al centro delle indagini (Poirot: Mrs McGinty’s Dead). Il film è di Ashley Pearce con David Suchet, Joe Absolom, Simon Molloy, Richard Hope, David Yelland, Sarah Smart.

E voi? Avete letto questo libro della Christie?

E i film con la Rutherford li conoscete? Vi piacciono?

Avete trovato i temi trattati sopra anche in altri suoi romanzi?

Qual è il romanzo di Agatha Christie che preferite?

Siamo molto curiose di avere un vostro parere…

Un abbraccio e a presto,

Greta

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