Questa sera potremo vedere in prima visione TV, su Raitre, alle 21:20, il sorprendente e premiatissimo film coreano Parasite. Qui di seguito vi lasciamo l’articolo che gli abbiamo dedicato qualche tempo fa. Buona visione!
Devo essere onesta, se non fosse stato per il blog probabilmente non avrei mai visto il film di cui sto per scrivere: Parasite, e avrei perso tanto!
Scritto, diretto e prodotto nel 2019 dal regista sudcoreano Bong Joon-ho, questo intreccio di generi cinematografici tra commedia, thriller e dramma, ha vinto una valanga di premi, giusto per citare i più importanti: miglior film, miglior film straniero, miglior regia e miglior sceneggiatura originale ai Premi Oscar (sbaragliando avversari temibili come 1917, dato per vincente da molti), Palma d’oro al Festival di Cannes, miglior film in lingua straniera ai Golden Globe, ma la lista di riconoscimenti è lunghissima.
Ma veniamo a quello che ci interessa di più, la trama:
Protagonisti principali sono i membri di due famiglie, i Kim e i Park. I primi vivono in un seminterrato maleodorante, sono tutti disoccupati e si arrangiano con piccoli lavori sottopagati come piegare i cartoni delle pizze. I Park invece abitano in una villa favolosa, sono facoltosi e snob, anche se non in modo fastidioso.
Il rapporto tra questi due mondi così distanti nasce quando Ki-woo, il primogenito dei Kim, grazie a un amico viene assunto come insegnante di inglese (falsificando dei documenti perché non è uno studente universitario e non potrebbe insegnare) di Da-hye, primogenita dei Park. Entrando nel mondo dorato di questa famiglia ricca, il giovane ne rimane così affascinato da voler far assumere anche i suoi genitori e la sorella minore. Così i Kim, sfruttando l’ingenuità della signora Park e l’intransigenza del marito, mettono in scena dei piani diabolici per disfarsi prima dell’autista personale e poi della governante, così che il padre e la madre li sostituiscano, mentre la figlia minore viene spacciata per insegnante d’arte nonché psicoterapeuta, e viene ingaggiata dalla signora Park per il figlio minore, un bambino a suo dire iperattivo.
Convinti di avere in pugno i loro datori di lavoro, i Kim si godono quei pochi privilegi concessi, che per loro valgono tanto, e sognano in grande di poter un giorno arrivare al livello dei Park e possedere una casa bella come la loro. Ma i sogni, si sa, non durano a lungo, e presto le cose cambieranno, drasticamente.
Come sempre mi fermo prima di dire troppo di questo film davvero particolare e originale. Inizia come una commedia drammatica, anche se sembra un paradosso, e poi prende decisamente una piega da thriller, quasi arrivando all’horror in alcuni punti. Dopo averlo visto ho capito perché ha ricevuto tutti questi premi, è un’aspra critica sul divario socio-economico tra le caste, che mette a confronto diretto e spietato la povertà e la ricchezza, la furbizia e l’ingenuità, l’emarginazione e la vita agiata.
Fino a metà del film pensiamo di aver capito chi sono i parassiti del titolo, ma solo alla fine sarà chiaro l’intento di Bong Joon-ho, che stravolge tutto più e più volte, mostrandoci una realtà magari a noi poco nota ma non così tanto diversa dalla nostra, in fondo.
Vi consiglio di non perdervi questo film, merita di essere assaporato in tutte le sue sfaccettature, a volte dure da digerire, ma a cui bisogna dare la giusta importanza, anche solo per apprezzare di più quello che troppo spesso sottovalutiamo.
Sono certa che molti di voi avranno visto Parasite al cinema, quindi aspetto di sapere cosa ne pensate. Per chi invece non lo conoscesse ancora, spero di avervi incuriositi e che gli darete una chance.
Come sempre vi abbraccio forte, Clara
Curiosità:
- Il regista ha ammesso di aver preso spunto dalla sua vita per Parasite, infatti anche lui da ragazzo faceva il tutor per una famiglia agiata.
- Verso la fine del film, durante uno dei momenti più concitati, sentiamo la canzone In ginocchio da te di Gianni Morandi. Devo ammettere che la cosa mi ha fatto ridere non poco.
- Bong Joon-ho ha recitato personalmente le scene prima di girarle, per far capire meglio agli attori come voleva fossero interpretati i personaggii.
- La roccia protagonista di diverse scene del film si chiama Suseok o pietra dello studioso, viene collezionata da coreani e giapponesi da almeno tremila anni perché considerata un oggetto prezioso e un portafortuna. Anche il padre del regista pare ne abbia una raccolta.
- Parasite è il primo film sudcoreano ad aggiudicarsi una statuetta agli Oscar.