Se fosse tutto facile

In pratica, è la storia di un uomo raccontata da una donna.

Sto parlando di Se tutto fosse facile di Maria Daniela Raineri, scrittrice e sceneggiatrice famosa di film quali Meno male che ci sei, interpretato da Claudia Gerini Stefania Sandrelli, tanto per citarne uno.

Premetto che il libro mi è piaciuto molto. Premessa necessaria, vista l’operazione che sto per fare: smontarlo a pezzi. Perché sono curiosa. E perché mi ha affascinato da subito l’idea che dietro il punto di vista di un uomo si nascondesse una scrittrice donna. Che a tratti, però, viene fuori, secondo me, eccome. La quarta di copertina recita: “Una storia d’amore raccontata dalla voce di lui: dolce, rabbiosa, ironica, assolutamente autentica”.

Ecco, io sono d’accordo su tutto, però non è sempre autentica perché a tratti, inevitabilmente, emerge che a scrivere è una donna.

Allora, non per screditare il romanzo, ma solo per giocare, mi sono divertita a trovare quali sono questi punti in cui la scrittrice si dimentica parlare per un uomo, almeno per quella che è la mia personalissima esperienza!

Ma facciamo un passo indietro e parliamo della trama. Lui, Stefano, ama lei, Valentina, coetanea trentenne, conosciuta tramite amici comuni. All’inizio non vanno d’accordo, non hanno nulla in comune. Lei è colta, intellettuale e un po’ snob, adora il suo lavoro di editor anche se la sfruttano, guadagna poco e si ferma in ufficio dodici ore al giorno senza straordinari pagati. Ma questo la porterà alla lunga a intraprendere una meritata quanto prevedibile brillante carriera. Lui legge solo Volo, Brignano o Faletti, insomma gente famosa della TV, ama cucinare, in casa è più bravo di lei, perché ci sta più volentieri, è un po’ pigro, ama il calcetto e il vecchio bar di Cosimo dove, da ventun anni, si trova con gli amici di sempre (rigorosamente maschi) per bere una birra e parlare di nulla che sia impegnativo o che implichi sentimenti. Lei, al principio, non la trova neanche così bella, e anche quando le chiede di sposarlo lo fa quasi per caso, imparando a crederci un po’ alla volta, sempre di più. Mammone e viziato, ha fatto fatica a lasciare la casa di mammà. Il geometra Ruocco è arrivato al posto fisso senza fatica, grazie a una raccomandazione, e per diverse ore al giorno scalda la sedia finché, a causa della crisi, gli riducono orario e stipendio e iniziano a emergere le falle nella sua apatia. Insieme all’altra falla dolorosa. Quella dei suoi spermatozoi che sono lenti. E lui, che per primo ha desiderato un figlio, si sente in colpa, e Valentina, che a volte sa essere pungente, non può fare a meno di farglielo pesare, quando capita.

Nel frattempo Thomas, l’improbabile fotografo artista e svagato della loro semi-catastrofica cerimonia di nozze, riesce, suo malgrado, a portare la casa editrice di Valentina verso la notorietà con una stralunata storia vera che gira intorno al suo rapporto con una maialino “domestico” che diventa a sorpresa best seller: Un amore tutto rosa.

A questo punto non si può non aprire una breve parentesi sulle nozze dove, con gran divertimento del lettore, ma molto meno degli sposi, accade davvero di tutto, quasi fossero specchio di quell’equilibrio precario in cui la coppia si barcamena senza rendersene conto, a partire dallo sposo che dice “Nella noia e nella malattia”, invece che “nella gioia”, scatenando la giusta ira della sposa, che da giusta diventa poi eccessiva e questa Vale un po’ alla volta comincia a starci sempre meno simpatica…

Ma veniamo ai punti dove, suo malgrado, spunta fuori la scrittrice “donna”:

  1. Qualche volo pindarico e romantico qua e là, ad esempio nella scena in cui si trovano al mare d’inverno, abbastanza estraneo all’universo maschile.
  2. Il forte desiderio di un figlio che parte prima da lui. Abbastanza strano per la psicologia del personaggio, tipico uomo medio, poco brillante e spaventato dalla vita e dagli impegni.
  3. Il rapporto con Marika. Marika è una ventitreenne bellissima, molto simile ad Angelina Jolie, sogno erotico, da sempre, di Stefano. Si innamorano e hanno una relazione clandestina, ma Stefano non mette mai, nemmeno per un secondo, in dubbio il suo amore per la moglie. Con la quale però è in crisi nera e che, per sua stessa ammissione, trova meno bella e simpatica di Marika. Suona un po’ strano…
  4. Appena Marika gli dice di aspettare un figlio, dopo che si sono lasciati da qualche mese, è immediatamente felice e si assume tutte le responsabilità (!) senza pensare neanche per un istante di rimettersi con l’amante, nonostante la moglie l’abbia nel frattempo cornificato a sua volta e lasciato. Mah…
  5. Il finale. Molto più femminile, nella delicatezza del punto di vista, che vicino al sentire dell’uomo comune. Però non voglio svelarvi nulla…

Ecco, a questo punto potrei andare avanti però mi fermo perché il libro, ripeto, mi è davvero piaciuto, e questo mio è stato solo un gioco.

Sono molto curiosa, però, di sapere se l’avete letto e cosa ne pensate del punto di vista femminile/maschile…

Aspettando i vostri commenti, vi abbraccio, Greta

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