Si sa, ad Agatha Christie è sempre piaciuto giocare con i suoi lettori. Ma non l’ha mai fatto tanto quanto in Nella mia fine è il mio principio (titolo originale Endless Night). Qui davvero ce l’ha messa tutta per prenderci per il naso. A questo punto è doverosa una premessa: se qualcuno non conosce questo libro e ha intenzione di leggerlo non prosegua con questo articolo!
Perché qui sono costretta a spoilerare tutto. Perché qui a parlare è l’assassino! Il lettore è costretto a farsi prendere in giro fin dall’inizio, perché il giallo è costruito in prima persona e a parlare è il protagonista, un giovane ambizioso ma spiantato che esprime la sua forte volontà di cambiare vita e decide di raccontarci le cose un po’ alla volta, per cui non siamo in grado, almeno all’inizio, di capire che il “cattivo” della situazione è proprio lui.
La trama è molto semplice, in perfetto stile Agatha Christie: lui, Mike, è un giovane affascinante ma spiantato, pieno di ambizioni e di sogni, e sposa lei, Ellie, ricchissima ereditiera americana innamorata alla follia dalla prima volta che l’ha visto. I parenti di lei non lo accettano ma lo sopportano visto che Ellie presenta il marito solo a cose fatte, quando ormai il matrimonio segreto è stato celebrato.
Qualche dubbio inizia a venirci quando il giovane calca troppo la mano sull’antipatia che ha per Greta, la bellissima amica e dama di compagnia – tuttofare di Ellie. Così come quando indugia troppo sulle maledizioni di un’anziana zingara che predice tutto il peggio a Ellie se non abbandonerà il Campo degli Zingari (così chiamato perché in precedenza abitato dagli zingari che sono stati scacciati dal loro accampamento), e implicitamente quel giovanotto che le ha fatto tanto girare la testa. Quando poi Ellie muore prematuramente, poco dopo il matrimonio e la realizzazione della splendida casa nel Campo degli Zingari in mezzo alla foresta, – il sogno più grande, da sempre, di Mike, – il dubbio che lui possa essere colpevole diventa più forte. Non è possibile, però, per il lettore essere sicuro della sua colpevolezza, dal momento che, ripeto, a parlare è proprio l’assassino. Mike riesce a modulare molto bene i sospetti con elementi che ci portano fuori strada. Certo, dopo tanti anni di letture della Christie un ragionevole dubbio ci viene, ma il dubbio non è confermato fino a quando, a sorpresa, Mike uccide Greta e confessa di aver compiuto altri delitti tra cui proprio l’assassinio della moglie.
Solo che Mike ha voluto troppo e ha perso tutto: quando torna a casa da Greta, nella splendida casa che si è conquistato con le unghie e con i denti, dopo anni di tanti sogni, scopre che Greta non desidera le stesse sue cose. La donna infatti si fa incantare dalla splendida prospettiva di poter girare il mondo, di poter avere tutto quello che vuole. I soldi le danno alla testa e il sogno di Mike si sbriciola davanti ai suoi occhi. Capisce che Greta non desidera stare lì con lui nella calma tranquillità della brughiera inglese, in quella casa per la quale ha combattuto così tanto, e la delusione è così forte che la sua follia finalmente emerge fino a portarlo all’estremo crimine e ad eliminare perfino l’unica donna che gli ha fatto perdere la testa fin dall’inizio, così bella, con i suoi colori chiari e le marcate origini svedesi, da sembrare una valchiria.
E allora Mike si domanda se forse la felicità non fosse un’altra. Forse quella che aveva con Ellie, che lo amava davvero ed era felice di stare con lui in quella casa da sogno progettata mattone su mattone da loro con l’aiuto dell’amico architetto che in fondo ha sempre saputo di che pasta era fatto Mike. Mike che forse ha davvero “sbagliato strada” come gli ha detto l’amico subito prima di morire. E allora il nostro protagonista, all’improvviso, decide. Decide che non vale più la pena di continuare: ha voluto troppo e ha perso tutto. Per cui affida alla carta il suo memoriale da consegnare alla polizia che, probabilmente già in allerta, irrompe subito dopo l’omicidio di Greta. E così, anche noi lettori, entriamo in possesso di tutte le tessere che ancora ci mancavano per ricomporre il macabro puzzle.
Mai, come in questo caso, Agatha Christie ha disseminato il testo di indizi che parlano contro di lui, il Colpevole, quel protagonista che si rivolge al lettore con apparente ingenuità e trasparenza.
Per essere più chiara vi scrivo qui di seguire alcuni di questi indizi:
1. La Madre di Mike che, come viene ribadito più volte, “lo vede per quello che è”, motivo per il quale il figlio non vuole avere niente a che fare con lei e non vuole farle conoscere la moglie.
2. Legato al primo indizio c’è il secondo, e cioè la rabbia e la paura di Mike quando scopre che Ellie è andata a conoscere di nascosto sua madre.
3. L’eccessivo indugiare sul racconto della maledizione che avrebbe colpito il Campo degli Zingari: noi conosciamo bene la Christie e sappiamo che lei non crede a tutto ciò che non è reale, non è superstiziosa, per cui intuiamo subito che deve esserci sotto qualcos’altro…
4. La figura dell’anziana zingara iettatrice che sembra uscita da una sceneggiata più che dalla realtà (vedi punto 3).
5. L’eccessiva avversione di Mike per Greta, fin dalla prima volta che ne sente parlare, anche se dice di non averla mai vista né conosciuta.
6. Di conseguenza, stupisce molto la passività con cui Mike poi accetta che Greta si trasferisca a vivere da loro.
7. La strana conversazione che avviene tra lui e la moglie mentre Ellie sta suonando la chitarra e canta una delle sue canzoni preferite, “Una melodia dolcissima e molto triste”: «Perché mi guardi a quel modo, Mike?» «Come ti guardo?» «Mi guardi come se mi amassi…»
8. L’apparente mancanza di motivo per la morte di Ellie, quando viene ritrovato il suo cadavere, disarcionato dal cavallo; un punto che resta in sospeso fino alla fine quando verrà svelato che, in realtà, Mike e Greta l’hanno avvelenata mettendo il cianuro nelle capsule che Ellie prendeva contro l’allergia da fieno.
9. I continui oscuri avvertimenti a Mike – e di conseguenza al lettore – dell’amico architetto.
10. La gioia e il senso di pienezza e liberazione che prova Mike, ormai vedovo, dopo il viaggio negli Stati Uniti: ha sistemato le enormi finanze e può tornare alla sua amata casa nella brughiera dove ha intenzione di sposarsi subito con Greta! Ormai qui, verso il finale, la Christie decide di tirare giù il velo mostrarci la vera faccia del protagonista. Però siamo alla resa dei conti e non si tratta più di indizi: l’autrice vuole farci arrivare un passo prima della fine alla verità. E questa è una novità straordinaria, per lei che invece di solito ama tenere il lettore sulla corda fino all’ultima riga, ma è tutto il romanzo a essere particolare, uno dei più particolari mai scritti dalla Christie, per cui ormai non ci stupiamo più di niente!
E voi? Avete letto il romanzo Nella mia fine è il mio principio? Vi è piaciuto? Avevate indovinato già prima della fine che Mike era l’assassino?…
Un bacione e alla prossima indagine, Greta
Eh, la Christie è una regina. Mai letto il libro. Però la curiosità era troppa e ho letto la recensione.
Grazie di queste perle.
Linda
"Mi piace""Mi piace"
È uno dei libri più belli e avvincenti della Christie. Te lo consiglio assolutamente, anche se hai letto la recensione…
"Mi piace"Piace a 1 persona
Eh, per il momento ci vado piano coi libri. Ne ho montagne. Ma grazie
"Mi piace"Piace a 1 persona